Indycar- Motegi gara- Danica Patrick entra nella storia dalla porta principale

patrick-motegi Indycar- Motegi gara- Danica Patrick entra nella storia dalla porta principale

Proprio stanotte prima di andare a dormire, il sottoscritto che vi scrive, pensava a quanto fosse stato strano il destino riservato a Danica Patrick: inizialmente vera rivelazione dei campionati nord-americani a ruote scoperte, diventata poi l’ombra di sè stessa, una comparsa mai capace di lottare veramente in modo continuativo per il titolo. Nel 2005 sulla scia delle esaltanti ma discontinue prestazioni di chi l’aveva preceduta (Sarah Fisher ndr) debutta con Rahal Letterman a fianco di Buddy Rice, e proprio ad Indianapolis andava a cogliere con una prestazione maiuscola un importante ed eclatante risultato nelle lunghe qualifiche che connotano la gara della 500 miglia. Poi solo qualche altro spunto interessante nel corso di quella stagione, ed una lenta e progressiva involuzione nel corso delle annate successive, in particolar modo quella del 2006, condizionata psicologicamente dalla morte del suo neo-compagno di scuderia Paul Dana a Miami. Nel 2007 invece il salto decisivo verso il top team AGR e prestazioni molto altalenanti con più ombre che luci. Stessa storia sembrava dover essere ripetuta nel corso di questa nuova stagione. Ed invece è arrivata la svolta proprio nel momento chiave della sua carriera, quella della maturità professionale e della fama internazionale per ben altri motivi, quest’ultimo un leitmotiv che si stava ripetendo quasi come un ossessione rischiando cosi’ di oscurare il lato competitivo di “Occhi di gatto” (come soleva soprannominarla Roberto Cinquanta su SportItalia), quello in cui ormai quasi più nessuno andava credendo. Proprio la Danica che forse fino a ieri era più famosa per aver conquistato le copertine patinate di servizi fotografici più o meno “hot”, è quella che ci ritroviamo davanti a tutti oggi sul podio di una gara ufficiale della Indycar Series. Una corsa che ha scritto la storia, perchè mai una donna è riuscita a vincere una gara delle massime tre competizioni della storia dell’automobilismo a ruote scoperte. C’erano andate vicino Lella Lombardi in F1 a Mont-Juich 1975 , sesta dopo una gara interrotta a metà o Sarah Fisher nel corso della IRL 2003 con alcuni piazzamenti importanti, e quest’ultima era stata una sorta di precorritrice del lato femminile “in competizione” nelle gare nord-americane. C’era andata vicino la stessa Patrick i cui risultati migliori erano stati un terzo posto in Texas e un secondo a Detroit Belle Isle l’anno scorso oltre ad una manciata di piazzamenti nella quarta piazza. La risposta giusta a chi, lo stesso sottoscritto che vi scrive questo pezzo, non credeva più nelle sue potenzialità e la reputava una sorta di operazione pubblicitaria per risollevare il destino delle corse americane. D’altronde lei stessa ci aveva avvertiti quando nell’anno del debutto disse più o meno cosi’ “Io sono una donna, ma quando mi calo nell’abitacolo non mi sento inferiore a nessun altro pilota di sesso diverso”.

Passiamo ora alla cronaca della gara e partiamo proprio dalla fine.

La Dallara Motorola AGR è stata costantemente nelle prime sei posizioni per quasi tutta la gara, mostrando una grande pazienza ed intelligenza tattica nel risparmiare carburante, ed è stata proprio questa la chiave del successo, visto che gli altri, a cominciare da Castroneves e Dixon che hanno letteralmente dominato l’evento dall’inizio alla fine, sono stati costretti ad una sosta forzata nelle fasi finali del gran premio nipponico. Lo stesso brasiliano della Penske ha dovuto fare uno “splash ‘n’ go” supplementare proprio assieme a Danica, rallentando poi vistosamente verso le ultime curve.

Castroneves è stato in testa per la prima parte di gara , ricordiamo rinviata ad oggi, causa pioggia, con Dixon, Wheldon e Kanaan alle calcagne per buona parte della corsa. Il pilota Ganassi, vincitore di Miami Homestead è balzato poi in testa dopo il secondo pit-stop, quando è stato abile a partire davanti a tutti guadagnando ben sei secondi sul gruppo dei diretti inseguitori. Ed è stata proprio la bandiera gialla al giro 142 che ha eliminato il vantaggio accumulato, lasciando praticamente tutti a secco tranne la vettura di Danica, che con un accorta tattica dai box è stata costretta ad una sorta addizionale che gli ha fatto risparmiare carburante. Stessa idea l’hanno avuta sul muretto della Penske e della Vision poco prima della bandiera verde del restart. L’accortezza di Patrick nel risparmiare l’etanolo senza fare pit stop aggiuntivi ha fatto il resto. Negli ultimi sei giri infatti troviamo Dixon,Wheldon,Kanaan , Castroneves e Carpenter ai box e per loro la gara è ormai andata perduta. Helio Castronves comunque è stato autore di una lodevole rimonta fino al secondo posto scavalcando i diretti concorrenti al titolo della Ganassi e il connazionale Kanaan.

Altri piazzamenti di rilievo : Ryan Hunter-Reay è settimo con Rahal Letterman Racing, con il pilota della AjFoyt Darren Manning in ottava piazza davanti a Briscoe. Quest’ultimo è stato fortunato a riprendere la corsa dopo un tamponamento a muro che sembrava aver danneggiato seriamente la sua Penske. Townsend Bell completa la Top Ten.

Sorte avversa per due piloti AGR con grandi aspettative per questa gara: Marco Andretti si ritira subito commettendo un grave errore alla prima curva dopo lo start. Mutoh invece delude nella gara di casa finendo in undicesima posizione dopo aver commesso alcuni errori imbarazzanti, prima un testacoda nel rettilineo dei box, poi rischiando di tamponare la safety car.

Pos  Pilota            Team               Giri
 1.  Danica Patrick     Andretti-Green     200
 2.  Helio Castroneves  Penske             200
 3.  Scott Dixon        Ganassi            200
 4.  Dan Wheldon        Ganassi            200
 5.  Tony Kanaan        Andretti-Green     200
 6.  Ed Carpenter       Vision             200
 7.  Ryan Hunter-Reay   Rahal-Letterman    200
 8.  Darren Manning     Foyt               199
 9.  Ryan Briscoe       Penske             199
10.  Townsend Bell      Dreyer & Reinbold  199
11.  Hideki Mutoh       Andretti-Green     199
12.  Buddy Rice         Dreyer & Reinbold  198
13.  Jay Howard         Roth               192
14.  Roger Yasukawa     Beck               134
15.  AJ Foyt IV         Vision             103
16.  Vitor Meira        Panther            92
17.  Marty Roth         Roth               44
18.  Marco Andretti     Andretti-Green     0

MN

Share this content:

Lascia un commento