F1:”Un giro nell’isola di Notre Dame”

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Benvenue au Quebec!!!! carissimi amici che amate la F1. Ebbene sì, dopo un bel saluto in stile vacanziero, eccoci qui in Canada tra giubbe rosse, mare e, appunto, muretti. Ovviamente non vi sono solo turisti da queste parti perchè in questo fine settimana, nei dintorni dell’isola di Notre Dame, ci saranno ben venti cavalieri del rischio che si getteranno tra le braccia di un circuito che ama tradirti con le tue mani, vedere per credere l’ultima chicane. Una pista che non ti permette di spingere a fondo, poichè ti rende la vita difficile con le sue ben quindici curve in cui freni e motore saranno messi a dura prova.Quindi ne approfittiamo per farci un bel giro su questo circuito che possiamo definire cittadino ma che offre tanto spettacolo e una marea di possibilità di sorpasso. Da notare, per la cronaca, che Hamilton si aggiudicò l’edizione scorsa e allo stesso tempo vi era crisi in Ferrari, oltre al drammatico incidente di Kubica nei dintorni del tornante del Casino. Dimentichiamo il passato e tuffiamoci nel paradiso canadese, sperando sempre di non infrangerci contro un muretto.

Primo settore: Partiamo subito velocemente, marcia sesta inserita e ci prepariamo ad affrontare la prima chicane del circuito. Bisogna saper addolcire la frenata, molto graduale perchè bisogna affrontare la virage Senna con molta cautela, poichè è in pendenza e tende a gettarti fuori dalla traiettoria e, come ben sapete, i muretti sono vicini. Questo tratto è famoso poichè ogni singolo anno succede qualcosa subito dopo la partenza, quindi al primo giro assisteremo ad una fase concitata. Subito dopo, quinta marcia inserita, ci prepariamo ad affrontare la seconda chicane, soprattutto pericolosa l’ultima delle due curve. Stiamo in leggera discesa, il muretto si sporge sul circuito e bisogna decellerare in modo brusco, prendere il cordolo interno con cautela e sfiorare il guard rail della seconda curva. Nessun relax perchè il primo intermedio è alla conclusione ma prima di ciò, un bel curvone ci fà prendere confidenza con le marce alte.

Secondo settore: Conclusa la parte più tecnica del circuito, spazio al pilota che non può sbagliare e neanche andare oltre il limite. Arriva il pont de la Concorde e i freni qui fanno la differenza, come del resto anche la consistenza delle sospensioni sui cordoli. Chi saprà osare di più potrà guadagnare qualcosina, l’importante è decellerare fino a percorrere la chicane con la seconda marcia inserita e gradualmente spostando la propria vettura nel secondo curvone che ci porterà direttamente alla penultima esse del tracciato. Tra alberi, vegetazione e mare, ci sembra di stare a Miami ma non possiamo deconcentrarci poichè transitiamo alla penultima chicane di giornata. Punto di riferimento è il ponte che si trova a nemmanco 100 m di distanza dalla prima curva. Seconda marcia inserita, altra frenata brusca e qui non puoi che arrivare d’assalto sul cordolo per poi riprendere velocità e seguire la traiettoria sul lungo e veloce rettilineo che ci porterà alla Pits Hairpin. Zona famosa poichè Kubica distrusse la sua monoposto l’anno scorso, momento shoccante che ci riportò indietro di anni quando le morti dei piloti erano all’ordine del giorno.

Terzo settore: Tratto straveloce con l’unica brusca frenata della chicane prima del rettilineo finale, dove bisogna stare attenti al muro dei campioni. Ebbene sì, chiunque associa Montreal con il Wall of the champions e ne abbiamo ben donde. Ovviamente brusca decellerazione in cui non bisogna farsi prendere dal panico e usare i freni con delicatezza, andando a portare la propria monoposto sul cordolo alto che ci indirizza direttamente verso il rettilineo finale, che sancisce la fine delle ostilità per quanto riguarda uno dei circuiti più belli ed amati del circus.

Stefano Chinappi

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