La storia di Silverstone- 2° parte

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Si va poi al 1979 che vede la prima vittoria di una scuderia inglese destinata a diventare leggenda, la Williams, che con la sua FW07 condotta dall’indimenticabile Clay Ragazzoni vince il Gp di casa ereditando la leadership dal compagno di squadra Jones, che si ritira al 38esimo giro mentre comandava la gara dopo aver siglato la pole, si narra che in Williams nonostante la vittoria non avessero esultato più di tanto, poiché “l’eletto” alla prima vittoria avrebbe dovuto essere il pupillo australiano di Sir Frank.

Andiamo poi al 1981, dove la Lotus tenta di far debuttare la rivoluzionaria e pericolosissima 88 a doppio telaio con De Angelis e Mansell, ma viene fermata dalla federazione che ritiene la vettura non regolamentare, o al 1983 dove la Ferrari porta al debutto la 126C3 che fa il vuoto monopolizzando la prima fila nelle qualifiche, il 1985 dove Keke Rosberg su Williams-Honda fa registrare la pole con quello che fino al 2001 sarà il giro con la media più rapida della storia della F1.

Ma questo record è pure un segnale d’allarme, le medie sul giro sono sempre più pericolosamente elevate nonostante la costruzione della chicane a Woodcote nel 1975 proprio per ridurre le velocità, il 1986 sarà quindi l’ultimo anno che vedrà il circuito nella sua configurazione originale, quando la nuova chicane Bridge prenderà il posto della vecchia Woodcote prima dell’omonima curva.

Ed è proprio l’edizione 1987 a vedere uno dei più bei duelli della storia, i protagonisti sono un team inglese -la Williams- e i suoi 2 piloti, cioè il Leone d’Inghilterra Nigel Mansell e il bicampione del Mondo brasiliano Nelson Piquet, divisi da una feroce rivalità interna che vedrà compiersi proprio sul terreno di casa il suo capitolo più spettacolare.

Nigel, già profeta in patria nell’86 scatta dalla seconda posizione proprio dietro Nelson, i 2 fanno gara a parte fino a che sulla Fw11 dell’inglese si stacca il piombino di equilibratura nel corso del 12esimo giro, il distacco da Piquet allora sale fino ad arrivare a 5 secondi nel corso della 36esima tornata.

Il team Williams, che aveva deciso di adottare una strategia priva di soste x entrambi i piloti, corre ai ripari per salvaguardare una preziosissima doppietta dalla Lotus di Senna e richiama dentro Nigel per cambiargli le gomme, quando riparte ha 28 secondi di ritardo dal battistrada Piquet con 28 giri di gara ancora da compiere.

Ha allora inizio una rincorsa formidabile, con Mansell e Piquet che infrangono più volte il record del giro, al 58esimo giro i 2 sono in scia, al 59esimo va in scena uno dei più bei sorpassi della storia della F1; Mansell esce sull’Hangar Straight in scia a Piquet, finge un’attacco a sinistra al brasiliano che controlla nello specchietto e…non vede nulla!

La Williams n.5 infatti si è già infilata dall’altra parte e fulmina la gemella all’ingresso della Stowe andandosi a prendere testa della gara e vittoria finale davanti al pubblico in delirio, lo sforzo profuso nell’inseguimento sarà tale che Mansell terminerà la corsa con meno di 2 litri di benzina nel serbatoio!

E’ il dominio dei turbo Honda che al termine della gara si aggiudicano i primi 4 posti su Williams e Lotus e che spadroneggeranno il circuito del Northampton dall’86 all’89, prima che il solito Mansell ne spezzi il dominio al volante della Ferrari nel 1990.

Il ’90 è anche l’ultimo anno della Silverstone formato “tempio della velocità”, per porre definitivamente fine alle medie ormai spaventose sul giro il circuito viene infatti rivoltato come un calzino, modificata la curva Becketts (che diviene una specie di Esse velocissima) , l’uscita della Stowe e l’ingresso della successiva Club a cui viene applicata una chicane, ma soprattutto viene costruito un complesso di curve lente (il Complex appunto) prima della Woodcote.

Queste modifiche stravolgono il circuito ma non i valori in campo con il solito Mansell che su Williams Renault bissa il successo del ’90 e nel finale “dà uno strappo” al rivale Senna (rimasto senza benzina con la sua McLaren) per uno dei giri d’onore più celebri di tutti i tempi, il Leone dà pure inizio a un altro ciclo di vittorie, quello dei motori Renault che quidomineranno incontrastati fino al 1997.

Viene poi il famigerato 1994 con l’introduzione di una nuova chicane (la Abbey) e soprattutto la famosa bandiera nera a Schumacher, reo di avere passato Hill durante il giro di formazione e di aver ignorato il successivo Stop & Go affibbiatogli…come pure la bandiera nera seguente!

La manovra, oltre che consegnare la vittoria a Damon Hill su Williams costa al tedesco 2 Gp di squalifica (Monza ed Estoril) che permetteranno all’alfiere della scuderia inglese di arrivare all’ultimo Gp di Adelaide con un solo punto di distacco (col finale che poi tutti sappiamo).

Arriviamo così al ’95 con Hill che pensa bene di “suicidarsi”contro la Benetton di Schumacher alla Bridge durante il giro 45 regalando la prima vittoria in carriera al britannico Herbert su Benetton che non poteva sperare in un regalo migliore, passando per il biennio ‘96/’97 con Jacques Villeneuve che chiude il ciclo vincente della Renault, che si ritirerà a fine ’97 per poi tornare come costruttore totale nel 2001 rilevando la Benetton.

Altre 2 edizioni “particolari” sono quelle del ’98 e ’99, della prima (bagnatissima) viene ricordato il famoso taglio del traguardo al box della Ferrari di Schumacher (sempre lui…) punito tardivamente per aver passato il doppiato Wurz in regime di Safety car, della seconda il famoso incidente a Kaiser Schumi su cui ancora aleggia un po’di mistero.

Il fattaccio succede al primo giro di gara, quando Villeneuve e Zanardi rimangono fermi in griglia causando l’esposizione della bandiera rossa, il box Ferrari comunica in ritardo la notizia ai suoi tanto che Irvine tira una staccata “punitiva” al suo caposquadra alla Stowe, Schumacher “cicca” così la frenata conficcandosi a tutta velocità nelle barriere a bordopista e spezzando, oltre alla scocca della sua F399, anche tibia e perone della gamba destra e le sue ambizioni iridate.

La versione ufficiale dell’incidente parlò di un problema ai freni, una vite di spurgo allentata, ma la dinamica lasciò la porta aperta anche all’ipotesi dell’errore del pilota, rimasto spiazzato dall’attacco improvviso dell’irlandese.

In quella gara pure il capoclassifica Mika Hakkinen, su McLaren Mercedes, si ritirò a causa della perdita di una ruota e consegnò la vittoria al compagno di squadra Coulthard, che si impose nuovamente l’anno dopo in un’edizione svoltasi curiosamente ad aprile, Hakkinen comunque si prese la rivincita vincendo nel 2001, ultimo anno prima del ritiro che avverrà al termine di quella stagione.

E veniamo alla rocambolesca e spettacolare edizione 2003, quando un prete anglicano, tale Neil Horan si produce in una folla invasione di pista all’11esimo giro (con addosso un cartello inneggiante alla Bibbia) provocando il caos in pista con Webber e Wilson che lo sfilano di pochi centimetri e un coraggioso commissario che lo placca in perfetto stile rugbystico prima che qualcuno possa farsi male sul serio.

La gara è interrotta dalla Safety car e quando questa si toglie di mezzo assistiamo a un feroce e spettacolare duello tra la McLaren di Raikkonen (in testa alla gara) e la Ferrari di Barrichello (in seconda posizione) che si contendono la vittoria a colpi di sorpassi, con il brasiliano che ha la meglio portando a casa una vittoria che vale come l’oro per la Rossa in affanno di quell’estate 2003.

L’edizione 2004 vede la grottesca sceneggiata delle qualifiche, con i piloti che girano a passo d’uomo per non siglare un tempo valido e partire dai box in maniera da aggirare la regola del parco chiuso (il tempo minacciava pioggia e in regime di parco chiuso non si poteva intervenire sull’assetto) e il 2005 un trenino che ha come unico sussulto il ritiro (l’unico della gara) dell’indiano Karthikeyan sulla Jordan.

Le ultime 2 edizioni invece vedono el Matador Alonso conquistare il suo primo hat-Trick (pole, vittoria e Gpv) al volante della Renault e Kimi Raikkonen imporsi nel 2007 dopo aver sopravanzato l’idolo locale Hamilton (partito in pole) ai box, una vittoria che sarà un mattone fondamentale nell’incredibile rincorsa al titolo che si deciderà dopo un duello infuocato col duo McLaren Hamilton-Alonso solo all’ultima gara incredibile.

E quest’anno cosa ci attenderà? La rivincita di Lewis o l’ennesima risurrezione di Kimi dopo 3 gare sfortunate?

La risposta l’avremo solo domenica pomeriggio, buona gara a tutti!

Mirko Gibbi

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