Piedone d’Albione

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Non deve essere stato un fine settimana di tutto riposo quello di Brands Hatch per Fabrizio Giovanardi, pilota sassuolese classe 1966 da due anni trapiantato nel Regno Unito, capace di conquistare nel settembre 2008, proprio sulla famosa pista inglese, il suo secondo titolo consecutivo nel BTCC. Per chi non lo sapesse l’acronimo sta per British Touring Car Championship, anche se in Italia viene il più delle volte semplicemente indicato come Campionato Britannico Turismo. Va detto che prima di diventare un habitué delle vetture a ruote coperte con le quali gareggia regolarmente da ormai tre lustri, Piedone, così lo chiamano i suoi numerosi fans, è stato anche un valido formulista. Conclusa una positiva esperienza nel karting intorno alla metà degli anni Ottanta, nel 1987 debutta infatti nella Formula Tre italiana. All’esordio assoluto in monoposto Fabrizio deve necessariamente ambientarsi ma i risultati si vedono già nel 1988 quando termina terzo in classifica generale a soli due punti dal futuro pilota di Formula Uno Emanuele Naspetti. I progressi compiuti nell’arco di una sola stagione lo inducono, nel 1989, a tentare la carta della Formula Tremila Internazionale. Giovanardi vince a sorpresa al primo tentativo nella serie cadetta sul circuito amico di Vallelunga, poi però problemi con la squadra non gli permettono di ripetersi sugli stessi livelli. Nel 1990 e 1991 corre ancora in Formula Tremila ma si accorge ben presto che anche il piazzamento sul podio diventa una inutile chimera. Già nel 1991, forse ansioso di forgiarsi dell’appellativo di Piedone che ora nessuno osa più contestargli, Fabrizio assaggia il Campionato Italiano Turismo ottenendo fin da subito buoni riscontri. A partire dalla stagione successiva, risultati alla mano, decide di dare una svolta alla sua carriera concentrandosi unicamente sul CIT abbandonando così le monoposto che avrebbero potuto ugualmente regalargli delle soddisfazioni, se solo avesse potuto contare sugli appoggi giusti. Meglio così, il pilota italiano dà rapidamente a vedere di essere nato per correre con vetture di serie, tant’è che la strada verso il professionismo comincia per lui a farsi sempre più percorribile.

Nel 1992 conquista il suo primo titolo nel CIT tra gli indipendenti al volante di una Peugeot, nel 1993 il colpaccio non si ripete ma Piedone, ancora nell’abitacolo di una vettura costruita dalla Casa del Leone, è comunque ottimo secondo in classifica generale. Nel 1995 inizia la love story tutta italiana tra Fabrizio Giovanardi e l’Alfa Romeo. Il driver emiliano corre infatti da semi-ufficiale su una Alfa 155 preparata dalla Nordauto. Nel 1997 è vice campione CIT su Alfa 155 grazie a un bottino complessivo di cinque vittorie e cinque pole position. Nello stesso anno si impone comunque con la stessa vettura nel Campionato Spagnolo Turismo. Giovanardi scopre così, una decina d’anni fa, la sua vocazione per il Turismo estero, da intendere non come una propensione a viaggiare per il mondo quanto piuttosto come una vera e propria inclinazione a gareggiare, con successo, anche nelle categorie per vetture a ruote coperte fuori dai confini nazionali. Ciononostante non dimentica l’Italia, dove nel biennio 1998-1999 fa il bello e il cattivo tempo dominando per due anni di fila le classifiche del CIT, complice la nuova Alfa Romeo 156 ancora una volta made in Nordauto. Dieci trionfi nel ’98, sette primi posti nel ’99. Niente male per uno che dopo un promettente avvio in monoposto, scontratosi poi con la realtà dei fatti di dover disporre di munifici sponsor che non possedeva, sembrava destinato ad un avvenire da pilota gentleman più che da professionista del volante. Il tempo e i numeri finiscono infatti per dargli finalmente ragione. Nel 2000, 2001 e 2002 Giovanardi, ormai stabilmente promosso al ruolo di pilota ufficiale Alfa Romeo, vive un periodo d’oro nell’ETCC (European Touring Car Championship), il Campionato Europeo riservato alle vetture Turismo. Tre titoli conquistati in tre anni, agli avversari più quotati le briciole, agli altri nemmeno quelle. Nel 2003, appena conquistato il terzo titolo consecutivo nell’ETCC, Fabrizio lascia l’Alfa Romeo per cercare nuovi stimoli agonistici al volante della Bmw 320. Le cose non vanno come dovrebbero, a tratti Giovanardi sembra aver perso lo smalto degli anni precedenti. Più semplicemente, si saprà poi, Piedone fatica oltremodo ad adattarsi alla guida della Bmw, probabilmente grazie anche ad una intesa non perfetta con la nuova squadra. Nel 2004 rientra in Alfa Romeo ma l’epoca non è più quella dei successi a ripetizione, la vettura è discreta ma non gli consente di andare oltre qualche sporadica vittoria non sufficiente a porlo seriamente in lizza per il titolo ETCC. Nel 2005 l’Alfa Romeo appronta per il neonato WTCC (World Touring Car Championship), che va a rimpiazzare il vecchio ETCC, un programma in tono minore, Giovanardi però sfrutta ogni occasione riuscendo a restare in lotta per l’alloro finale sino all’ultima gara. La sua è una grande prova di coraggio e determinazione, contro vetture decisamente più performanti della sua quali le Bmw di Andy Priaulx e Jorg Muller.

Nel 2006, senza reali possibilità di restare nel WTCC, Fabrizio si accorda con il team VX Racing per correre nel BTCC, il Campionato Britannico Turismo, al volante di una Vauxhall Astra Sport Hatch. Piedone sfiora la vittoria a Donington Park, uno dei circuiti storici inglesi, deve però attendere la tappa di Knockhill per festeggiare sul gradino più alto del podio quello che per la Vauxhall è il centesimo successo nel BTCC. L’italiano coglie un’altra vittoria in quel di Brands Hatch con un finale di stagione in crescendo che gli permette di issarsi al quinto posto in Campionato guadagnandosi anche i complimenti in diretta televisiva dell’ex campione e commentatore John Cleland. Quanto la sua prima stagione nel BTCC si sarà rivelata proficua lo si potrà agevolmente scoprire nel 2007, anno in cui Giovanardi si laurea campione della serie all’ultima gara dopo aver ingaggiato un duello rusticano con il rivale della Seat Jason Plato. Nel 2008, da campione in carica, Piedone difende il suo titolo accontentandosi, saggiamente, di numerosi piazzamenti in zona punti, senza però esimersi dal deliziare i suoi sostenitori fornendo prestazioni sempre all’altezza delle aspettative, sue e del team. La resa dei conti, e qui torniamo da dove ero partito, va in scena sul circuito di Brands Hatch. Il pilota nativo di Sassuolo, diciassette chilometri a sudovest di Modena, uno dei maggiori centri industriali dell’Emilia, conquista per la seconda volta consecutiva la corona di campione in modo decisamente rocambolesco, ovvero senza raccogliere punti nella prima delle tre manche che caratterizzano ogni week-end di gara del BTCC. Una stagione, la sua, comunque indimenticabile, costellata dalla solita lotta con l’idolo locale Jason Plato. Lui era il pilota più in vista ed è ritenuto un tipo molto duro in pista ed agonisticamente è odiato da molti. Adottai un metodo differente. C’era un precedente: a Silverstone, nella gara del Wtcc del 2005 fui spedito fuori pista dopo due curve da una sua toccata. L’anno dopo, a Spa, gli resi la pariglia credendo che bastasse. Invece a Brands Hatch, al mio debutto, nel 2006, in gara-1 successe che al primo giro, all’ultima curva, lui era dietro e… bum, mi diede una botta. Al passaggio seguente, bum ancora. Terza tornata e la musica non cambia. Alla quarta mi rompo le scatole, lo faccio passare, arriviamo in quel punto, lui frena e io metto giù il gas. Risultato: ha fatto un testacoda e s’è piantato nel muro. Poi ai box gli ho detto: se lo rifai, la prossima volta nel muro ti ci spedisco ancora più forte, intesi? Nei tre anni seguenti non c’è più stato il minimo problema (fonte “Autosprint”, n. 40, 30 settembre-6 ottobre 2008).

Recentemente Fabrizio ha anche partecipato a un paio di eventi della V8 Supercar Series, in buona sostanza il Campionato Australiano Turismo che si corre con vetture fisicamente e tecnicamente più impegnative rispetto a quelle del BTCC. Nel 2009 Piedone affronterà la sua quarta stagione nella categoria Turismo top d’Inghilterra restando fedele alla Vauxhall, senza quindi la possibilità di rivederlo, almeno per il momento, solcare nuovamente le piste del Mondiale Turismo che lo vide al via, da protagonista, soltanto nel 2005, prima del trasferimento Oltremanica. In questo momento sono felice qui, anche se sono aperto ad ogni opportunità. Mi piacciono le cose nuove e vincere un Mondiale è l’unico obiettivo che non ho mai raggiunto. Detto questo, ci tengo a sottolineare che quando ho vinto l’europeo c’erano sostanzialmente gli stessi piloti che ci sono oggi e sono riuscito a conquistare il titolo. Comunque sarebbe una sfida affascinante, ma che non affronterò sicuramente l’anno prossimo (estratto da un’intervista pubblicata nel sito www.stopandgo.tv). Per pensare al dopo BTCC c’è ancora tempo, considerando soprattutto che Gabriele Tarquini e Nicola Larini, tra i top drivers del Mondiale Turismo, anch’essi ex formulisti di successo, assommano novant’anni in due… l’anagrafe non sembra quindi rappresentare un limite per i piloti di vetture a ruote coperte e nessuno può quindi vietare a Giovanardi, contender grintoso e istintivo ma assolutamente razionale nel suo approccio alla pista, di meditare, se e quando lo riterrà opportuno, un ritorno nel WTCC che l’ha visto per troppe poche gare protagonista.

Ermanno Frassoni
www.frassoni.com/angolo.htm

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1 commento su “Piedone d’Albione”

  1. Giovanardi è uno dei migliori piloti del campionato Turismo secondo me, vincere il BTCC è davvero impegnativo e non è proprio alla portata di tutti… lui ne ha già vinti 2….

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