Formula Uno – Il grande bluff

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Su tutte le prime pagine dei quotidiani nazionali, campeggiava oggi in bella evidenza la foto della Rossa di Maranello accompagnata da inquietanti titoloni del tipo: “Ferrari, addio alla Formula 1”, “Non parteciperemo al Mondiale 2010”, e via dicendo. Giornalisti più o meno informati sull’argomento azzardavano un’analisi della situazione, prospettando scenari inverosimili e, di sicuro, enfatizzando aspetti della vicenda perfetti per poter suscitare clamore ed attirare lettori. Ma in realtà la Ferrari sta bluffando. Ed è un grande bluff, perfettamente riuscito. Mai nessun annuncio sarebbe potuto, infatti, essere più azzeccato della minaccia di lasciare la Formula 1: l’ideale al fine di attirare l’attenzione sull’argomento di un’opinione pubblica particolarmente sensibile, alzando la voce e mettendo alle corde Mosley e la FIA. Perchè è di battaglia politica che si tratta, di spartizione dei premi, della legge del più forte che punta ad avere la meglio per potersi imporre sul resto del gruppo. Anche se, spesso, il più forte ha anche dimostrato di essere il migliore. Il punto è che la Ferrari non avrebbe alcun vantaggio nell’uscire dalla Formula 1, così come la Formula 1 sarebbe finita senza la Ferrari. Perchè al centro della questione vi è la tradizione di un marchio, il rispetto nei confronti dei tifosi, la sana competizione agonistica, certo. Ma soprattutto ci sono i soldi, e anche tanti. Poniamo che a Maranello decidano sul serio di smetterla con la Formula 1, ed ipotizziamo quali potrebbero essere i possibili scenari, anche perchè Montezemolo ha tenuto a precisare che la Ferrari continuerà a gareggiare, ma altrove. E dove? Prima ipotesi: le corse americane. Per carità, ottima scelta il mercato americano, ma vuoi davvero mettere una Ferrari a confronto coi vari Penske, Ganassi, Rahal, e così via? Con i tifosi italiani costretti a sintonizzarsi in orari spesso notturni per poter seguire le corse in televisione nell’altro continente? Vero è che anche Enzo Ferrari minacciò, a metà degli anni ’80, di trasferire baracca e burattini in America, ma rimane comunque un’ipotesi estremamente improbabile. Il secondo scenario sarebbe quello di impegnarsi con maggiore vigore nelle gare di durata, vedi 24 ore di Le Mans o 12 ore di Sebring, tanto per fare un esempio. Ma fino a che punto tali categorie fanno parte del DNA ferrarista? E siamo sicuri che gare del genere siano appetibili per il pubblico, sempre televisivamente parlando? E allora si fa largo l’ipotesi del campionato alternativo, forse la più credibile. Perchè anche altri grandi costruttori, in primis Toyota e Bmw, hanno dichiarato l’intenzione di non voler partecipare al mondiale qualora fossero confermate le discutibili regole imposte dalla Federazione. E in tal caso i circuiti storici non verrebbero a mancare, come Silverstone, Montreal o Indianapolis. Stà a vedere, allora, che l’ipotesi-scissione, secondo lo stile statunitense mostrato da Tony George in occasione della nascita della IRL o, se preferite, come una sorta di NBA dell’auto, potrebbe davvero essere lo scenario più plausible. Ed è un’ipotesi che spaventa, o meglio terrorizza Max Mosley e soci, al di là delle dichiarazioni di facciata. Una tale possibilità, con una FOTA compatta ed in grado di dettare la propria legge nonchè di godere di vita autonoma, sancirebbe automaticamente la fine della Formula 1. Ve la vedete una bella corsa tra Force India, Super Aguri e Prodrive, magari con un Nakajima campione del mondo? Spetta ora a Bernie Ecclestone il delicato compito di dirimere la controversia. Perchè se la Ferrari ha mostrato i muscoli, almeno con le proprie dichiarazioni, è perchè sa di poter agire da una posizione di forza. La Ferrari è l’ago della bilancia. Ed è anche costituita da uomini sufficientemente furbi, abili ed esperti per sapere che la Formula 1 non può fare a meno della Ferrari, e viceversa. Le carte sono quindi ora scoperte. C’è chi prova a giocare d’anticipo, e magari in maniera non propriamente limpida e corretta. E chi bluffa, sapendo di avere comunque una possibilità di riserva per poter sopravvivere. Volete indovinare chi sono i due protagonisti, oppure è troppo semplice? Permettete un pronostico sulla contesa: la partita finirà in parità. 50 e 50, e tutti contenti. Nella perfetta tradizione del business ecclestoniano. Vogliamo scommettere?

Marco Privitera

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2 commenti su “Formula Uno – Il grande bluff”

  1. articolo sublime! spero che in tanti lo possano leggere ed apprezzare,a me è piaciuto molto…

  2. La Ferrari non lascerà la F1, il danno economico sarebbe troppo grande ( pensiamo a tutti i contratti firmati con sponsor ). Si tratta della classica mossa che la casa di Maranello mette in campo ogni qual volta la Fia non fà ciò che la Ferrari vuole, oppure quando si reclamano soldi extra(e non dico altro). Una mossa politica, ma nulla di più.

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