F1 – Germania, analisi gara: La sindrome di Calimero

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HOCKENHEIM 25.07.2010 Come Calimero la Ferrari riesce a mettersi nei guai anche nella miglior domenica della stagione, facendo passare in secondo piano una rinascita in grado di sotterrare gli avversari come mai fatto quest’anno. Il sorpasso di Alonso su Massa è stato un ordine di scuderia. Secco. Plaetale. Udito in pubblico. Andava gestita meglio la situazione in casa Ferrari, perchè l’evidenza ha comportato centomila euro di multa, ed una riunione del consiglio mondiale.

DEJA VU Eppure la scena vista quest’oggi sembra esser già stata vissuta. Zeltweg 2002 è il precedente che nessun tifoso ha mai dimenticato, quando Schumacher sopravanzò Barrichello tra i sordi fischi austriaci. Qui di austriaco c’era soltanto la RedBull, ed è stata battuta da Calimero allo start quando Vettel stringeva Alonso e Massa balzava in testa. Già, in testa. Il brasiliano è tornato ad accarezzare il sapore della vittoria, dopo un anno dal tragico incidente ungherese, dopo 20 mesi dall’ultimo trionfo nella sua terra natia. Qui la terra natia è quella di Vettel e della Mercedes, ma per entrambi non ci sarà alcuna gloria.

MILLESIMI Si gioca sul filo dei millesimi la vittoria. Giri veloci su giri veloci. A metà gara Massa sembra avere saldamente in pugno la vittoria, visti i tre secondi accumulati nei confronti di Alonso, visti i sette secondi che lo separano da Vettel. Sembra essere la giornata giusta per Felipe. Fernando però non ci sta e comincia ad i rosicchiare decimi, centesimi. Pochi metri separano i ferraristi, ma Alonso è più veloce. Giro 48. “Alonso è più veloce di te, capito?” gracchia la radio di Massa, ed al giro dopo il brasiliano viene facilmente sopravanzato dal compagno. L’evidenza è troppa.

PODIO La scena suo podio non è quella di una festa. Domenicali consola Massa, Alonso sembra ringraziarlo. L’inno spagnolo risuona in tutto il circuito, poi una doccia di champagne e titoli di coda. La gara però non finisce lì. I commissari non possono negare l’evidenza, in casa Ferrari driblano ogni domanda. E non sembra esser finita qui. Il consiglio mondiale potrebbe punire il folle gesto e compromettere il mondiale del cavallino. Calimero, ancora una volta, riesce a farsi del male da solo.

Valerio Lo Muzzo

Piloti:                    			Costruttori:             
 1.  Hamilton     157        1.  McLaren-Mercedes          300
 2.  Button       143        2.  Red Bull-Renault          272
 3.  Webber       136        3.  Ferrari                   208
 4.  Vettel       136        4.  Mercedes                  132
 5.  Alonso       123        5.  Renault                    96
 6.  Rosberg       94        6.  Force India-Mercedes       47
 7.  Kubica        89        7.  Williams-Cosworth          31
 8.  Massa         85        8.  Sauber-Ferrari             15
 9.  Schumacher    38        9.  Toro Rosso-Ferrari         10
10.  Sutil         35
11.  Barrichello   29
12.  Kobayashi     15
13.  Liuzzi        12
14.  Petrov         7
15.  Buemi          7
16.  Alguersuari    3
17.  Hulkenberg     2

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1 commento su “F1 – Germania, analisi gara: La sindrome di Calimero”

  1. Già, la situazione andava gestita molto meglio. Mi dispiace molto per Massa che la vittoria la merittava, però in Ferrari da quando si ritirò Schumacher nel 2006 non si son visti più primi e secondi piloti, dimostrazione di questo fatto sono i 2 successivi mondiali in cui prima Raikkonen e poi Massa hanno lottato per il titolo. Quei 2 campionati però dimostrano anche che se ad un certo punto della stagione, uno dei 2 piloti ha accumulato un certo vantaggio sull’altro, per il bene della squadra bisognerà pensare a favorire il pilota in odore di titolo: nel 2007 Massa aiutò Raikkonen, nel 2008 fu il contrario. Adesso mi chiedo: visto che, le circostanze hanno portato Alonso ad avere molti punti in più di Massa, possibile che, in una stagione in cui non bisogna buttare via nulla, non sia stato detto ai piloti come comportarsi in una circostanza simile PRIMA della gara e non DURANTE la stessa?

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