Satyricon – Gp Giappone

goemon-koba Satyricon - Gp Giappone

La sua “Zantetsu-Ken” è, come sempre, al suo fianco. Calato nel minuscolo ma per lui spaziosissimo abitacolo, da anni pretende l’ascolto in cuffia di musica tradizionale giapponese mentre tracanna sakè a pochi minuti dalla partenza. Tendenzialmente rifiuta le donne, ma per quella ragazza ancheggiante in pit lane dai capelli color del grano maturo, per quella che ad una prima impressione potrebbe risultare un maschietto (ma ahimè sei nata tu …) in corsetto , per quella sua ridicola spada appesa al fianco farebbe volentieri uno strappo alla regola.

Anche più di uno...”

Lui è Goemon “Kobayashi” Ishikawa e oggi è più caldo della sua katana, oggi farà a fette tutto quello che si intrometterà tra sé e il tenere alto l’onore della sua Madre Patria. Lui/Lei è Oscar, sesta figlia femmina del Buon Padre Generale Reyneir de Jarjayes, comandante della Guardia Reale. Pass “All Access”e atteggiamento da consumata diva del cinema, si aggira con fare guardingo tra tutte quelle strane vetture dall’ aria vagamente familiare. Ricordi vaghi di un passato che cerca di riaffiorare si stagliano all’orizzonte come il profilo di una Bastiglia destinata ad essere demolita dalle cannonate. Dove ha già visto quel tipo di vetture ? In tv, tanto tempo fa, una sigla riguardanti cinque amici. Come Luna Rossa per l’attacco di Vega, la memoria torna.

Le ruote posteriori possono rientrare all’ interno della carrozzeria, le macchine si possono unire, Supercar Gattiger, il professor Kabuki, i Demoni Neri !!! “.

La Lady Oscar e il suo fiocco blu di oggi non si nascondono più. Và dritta al bersaglio, Blackberry in una mano e Spritz nell’altra. Vuole il numero del tipo tenebroso con quel gran mantello nero che ondeggia anche (e soprattutto) nel vuoto spaziale, tutto impegnato a studiare le mille funzioni del volante di Yattaran “Yamamoto”. A fermarla non sarà quella grossa cicatrice, non sarà quella piccola bimba che porta a spasso da anni, non sarà il Pianeta Mazone ne tantomeno il mutuo per pagare l’ assicurazione di quella astronave tristemente sospesa a mezz’aria battente bandiera pirata.

Tanto l’assicurazione di questi tempi non la paga praticamente più nessuno … Ehi, bel tenebroso. Solo tre cose. Il tuo nome, il tuo numero di cell e cosa bevi

Mi chiamo Harlock, Capitan Harlock. Non so’ cosa sia il cell. A differenza di Goemon io non bevo. Lotto. Lotto contro la Classe Dirigente e il suo Primo Ministro che vogliono solamente racimolare voti alle elezioni, che negano l’evidenza dei gravi problemi che ci affliggono, che costringono ai margini della società chiunque non condivida il loro pensiero. Lotto contro l’indifferenza che attanaglia l’Umanità, contro il Pianeta Mazone e contro il … “

Ehi BelCapitano, credevo fossi giapponese e vivessi negli anni ’70. Non ti facevo né Italiano, né Contemporaneo. Vedo che almeno tu hai un lavoro a tempo indeterminato. Non ti rubo altro tempo. AuRevoir…”

Lo sguardo di Harlock è perso a mezz’aria, rapito. Anche la Yamato del Capitano Avatar è scesa fin quaggiù per godersi lo spettacolo del Gran Prix di Japan. “Meravigliosa Nave, Meravigliosa Nova

Passi svelti, furtivi, mischiati tra quelli di meccanici assonnati che abbandonano precipitosamente la starting grid. Solo un occhio attento come il suo poteva notare quella piccolo cappello di paglia abbandonato a bordo pista. Figurarsi se in una giornata come quella di ieri, tra pioggia torrenziale e circuito che pareva un fiume in piena, il piccoletto con le orecchie a sventola e la sua canna fatta di magia (non Maria) non passavano di qui. “Per dimenticare qui il cappello anche uno come Sampei non deve aver preso niente, nemmeno un Matsugoru”. Nessuno, a parte il solito Maylander, ieri pomeriggio ha avuto la possibilità di combinare qualcosa. Gli unici felici nell’acquitrino delle qualifiche del sabato erano, e non poteva essere altrimenti, Demetan, Ranatan e tutta la banda dei Ranocchi.

Semafori che si accendono, rombo che sale su fino all’Arcadia ormeggiata lassù nel cielo, rombo che sveglia di colpo una CandyCandy appisolata in tribuna affianco al suo amato Terence e alla sua bandiera inglese con il nome Jenson stampato sopra. Per riuscire a recuperare una domenica libera “Signorina Sbadatella” ha dovuto chiedere un cambio turno sei mesi prima, promettendo alla collega Licia e al suo vecchio e pulcioso Spank di rientrare in ospedale per il turno di mezzanotte. “Manco fossi Cenerentola … “

Al Pronti-Via subito Petrov, Hulkemberg, Felipe e Vitantonio ,senza averlo mai nemmeno provato al simulatore, entrano in modalità “Unione”. Le ruote però non rientrano nelle carrozzerie, gli spinotti multifunzione non si agganciano, le centraline non comunicano, i pezzi volano dappertutto lungo quel prato verde pastello che sembra seguire la curvatura terrestre come il campo da calcio di Holly e Benji.

Gemiti sommessi, rumori sordi misti a disperazione vengono soffocati da un improvviso rombo in pit lane. Bernd Maylander è in mutande, legato come un salame assieme all’amico dottore. La S.C. Si avvia ed esce dalla pitlane sgasando, saltellando, scodando, priva di qualsiasi controllo di trazione. Alla guida c’è Arsenico detto Lupin. La sua scommessa con Fujico era semplice : “ Se mi tengo dietro tutte le F1 mi dai un bacio !!!”.

Di giri di pista con al suo fianco il fido Jigen e il suo mozzicone di sigaretta spento ne fa cinque o sei, inseguito da una frotta di macchine zigzaganti a sua volta inseguite da una scassata Renault4 dal lampeggiante blu acceso. Papà Zenigata non molla mai. Nemmeno davanti a Kubica che perde per strada una ruota senza nessun motivo apparente.

Kubica Radio Switch On “ Quel meccanico che assomiglia a Elvis Presley, addetto alla posteriore destra, l’ho già visto… ma non ricordo dove e quando. Trovatemelo !!!“ KubicaRadio Switch Off.

Takaya Todoroki con il tempo si è fatto subdolo, agisce nell’ombra, agisce su mandato di Niki Lans. In un modo o nell’ altro a fine anno il volante di Robert sarà suo, in un modo o nell’altro la Renault Todoroky Special a sei ruote riuscirà a sconfiggere la stramaledetta Hayabusa Special dai cinque motori di KenFalco. Ora però è tempo di scappare, la Security Giapponese è terribile. Meglio non avere a che fare con la D.D3.J.M.G Corporation (DaltaniusDaitarn3JeegMazingaGoldrake era obiettivamente troppo lungo).

Dopo anni di battaglie per salvare il Pianeta, i Robottoni si sono costituiti in S.p.A. nel vano tentativo di salvare l’Umanità dal suo problema più grande : se stessa. Con loro ai tornelli d’ingresso uno come Takaya non avrà scampo, uno come Niki Lans dovrà cambiare mestiere. Che so, darsi all’ aviazione commerciale.

La S.C. Non rientra in pitlane. Semplicemente scompare come per magia. L’ennesima di un Lupin che torna a casa con un bacio al giro, una Mercedes nuova fiammante e la coppa del primo classificato. “Tanto quel vecchietto di Whiting non si accorgerà mai che l’ho sostituita con una copia !”

Un sorriso malizioso appare da sotto le larghe tese del cappello di Jigen. Deve ammetterlo. Anche stavolta il suo amico ha superato sé stesso, anche stavolta assieme verso il Tramonto. Dai Zazà, sarà per la prossima volta…

Sparita la Mercedes di Bernd la gara riparte con le telecamere che inquadrano altre due Mercedes subito impegnate in un duello all’ ultimo sangue. Lo spazio per le loro poco rilevanti imprese dura poco. Goemon”Kobayashi” reclama l’attenzione tutta per sé. Dando sfoggio di destrezza ( e insanità mentale del progettista ) senza uguali, guida a 300 km/h con una mano sola mentre con l’altra tappa il buco dell’ F-Duct nel tentativo di raggiungere Alguersari. Katana tra i denti, sguardo truce di chi già pregusta il momento dell’esecuzione del gesto, ritarda oltre il limite la staccata al tornantone, fulminando lo spagnolo una prima volta con una manovra che fa cantare l’inno nazionale a tutto il Giappone.

Dopo una prima e unica serie di inutili pitstop da parte di praticamente tutti quelli che partivano con gomme morbide in cui nessuno guadagna o perde niente, le due Mercedes di Nico e Michael sono ancora ai ferri corti. Li davanti Sebastian, Mark e Fernando fanno gara a sé a suon di giri veloci seguiti da uno spuntato Jenson e dal compagno Lewis. Escluendo i botti iniziali, si assiste ad una prima fase di gara per certi versi noiosa.

Noia che gli equipaggi dell’ Arcadia, della Yamato, dello sgangherato Barracuda del Capitano Lyce e di tutta l’allegra compagnia di quarantenni capitanata da Conan e dalla sua dolce Lana, daTeppei, Rigel, Sam il Pistolero del West, da Carletto il Principe dei Mostri e dalle sue Grupie Anna dai Capelli Rossi, Venusia, Memole e Chobin combattono a colpi di spuma bionda e sakè.

Sakè…

Al trentottesimo giro Goemon ”Kobayashi” rientra ai box per la prima e ultima volta. Contrariamente alle regole imposte della Fia, fa il pieno. Di sakè, per l’appunto. Ritrova l’amata pista nel momento esatto in cui Lewis perde in contemporanea la terza marcia e due secondi a giro dal compagno Jenson, per la gioia di Terence che in tribuna sventola una vecchia bandiera inglese e la rabbia di CandyCandy che si sveglia per la seconda volta.

Che sbadigli grandi che fai, anche nella neve più alta e più bianca che mai …”

Stro..o !!”

Dopo trent’anni si amano ancora come il primo giorno, è evidente. E’ fuori moda, ma è evidente.

Sei giri dopo Alguersuari rivede l’incubo materializzarsi negli specchietti. La telecamera zoomma velocemente sui suoi occhi sgranati e colmi di terrore. E’ ancora Lui, l’imprevedibile Goemon ”Koba”, che stavolta lo spernacchia all’esterno, costringendolo al repentino ritorno ai box dopo avergli spezzato un pezzo d’ala anteriore. Anche Koba semina pezzi, ma non sente e non vede nulla. Con il fumo derivante dall’ esplosione del motore di Sutil, anche per un samurai come lui è difficile vedere qualcosa.

Neanche Nico vede, ma sente. La sua posteriore sinistra salta via in pieno appoggio e accelerazione, colpita forse da un non-inquadrato Missile Centrale partito dalla Mercedes dell’esperto Schumacher Quando la nebbia oleosa e polverosa si dirada, Barrichello è davanti a “Koba”. Con tutta l’esperienza portata a spasso dal buon Rubens ( non è vecchio, è esperto ) non serve estrarre la “Zantetsu-Ken”. Impossibile non notare la bandiera giapponese posta ai sessanta metri dal tornante. Quello è il suo territorio di caccia, quello è il suo punto di staccata, quello è il posto in cui tutti oggi devono guardare negli specchietti e farsi da parte. Rubens lo sa. Anche il ritrovato Heidfeld è abbastanza esperto per capirlo al volo un giro dopo, lasciando a “Koba” e alla sua Katana l’onore della settima piazza, a tutto il Giappone un nuovo eroe da idolatrare.

I titoli di coda arrivano inaspettati, al contrario del giro più veloce di un Ken “Webber” il Guerriero che anche per quest’anno toglie la soddisfazione dell’ Hat Trick al comunque felice Seb Vettel. Nando e la sua Rossa si piazzano terzi. Più di cosi qui non si poteva fare.

E’ Grande Festa alla corte di Seb. Lady Oscar doveva premiare il vincitore ma non la si trova da nessuna parte. Evidentemente il vizietto di nascondersi nella grande stanza del re non gli è ancora passato.

Un Charlie Whiting ormai sulla soglia dell’ infarto la sostituisce al volo con un biondo cotonato, atletico, vestito anni ’70. E’ un certo Mirko dei BeeHive, buoni per tutte le occasioni. Battesimi, Cresime e Matrimoni compresi.

Sarà anche stanco dopo cinquantatrè giri tirati, ma per Sebastian il trofeo del primo classificato di quest’anno è stranamente leggero. Sembra di cartone. Il pensiero che il Giappone stia intraprendendo una nuova strada ecologista lo sfiora solo per un momento. Mai farsi troppe domande davanti a migliaia di macchine fotografiche.

Immagini sgranate, a bassissima definizione, caratteri giapponesi incomprensibili, con quel desiderio sempre latente di chiedere a mamma e papà cosa significhino quei tre geroglifici alla fine del cartone, una canzone riempie il salotto, La Canzone.

Senti ragazzo nella tua stanza, tra i manifesti degli eroi

lasciagli un posto perchè tu da grande di lui ti ricorderai !

Il suo nome è Seb Seb Vettel, non lo batteranno mai …

quello che fa Seb Seb Vettel tu da grande lo farai !!!

PS

I caratteri alla fine si leggevano “Tsuzuku”, in hiragana.

Letteralmente “Continua” .

Per vedere la parola “Owari” bisognerà aspettare altre tre puntate.

Trent’anni fa Google semplicemente non esisteva.

By http://www.pierpaologelussiphotographer.com/

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