F1 – E’ morto Peter Gethin

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Se n’è andato a 71 anni Peter Gethin, il driver inglese diventato celebre per la sua vittoria all’ultimo metro nel Gp di Monza del 1971.

Figlio di un giocatore di hockey, inizia a correre negli anni ‘60 con la Lotus Seven, diventando uno dei più vittoriosi talenti della Formula 3.

Nel 1969 fa sua la gara inaugurale del campionato inglese di Formula 5000 al volante di una McLaren M10A della Church Farm Racing, mentre è del 1970 il passaggio in F1 a partire dal Gp dell’Olanda sempre per la scuderia inglese, in sostituzione del grande fondatore Bruce, appena scomparso in un incidente durante dei test a cui anche Gethin stava partecipando invitato dallo stesso McLaren.

L’anno successivo però l’idillio con la squadra è già finito, Peter si scontra più volte con il boss Teddy Mayer e una settimana prima di Monza decide di andarsene e migrare verso la BRM. Proprio la prova italiana sarà teatro della sua unica vittoria in trenta gare disputate nel Circus. Mai in testa per tutto il Gp, Gethin, uscito bene dall’ultima curva,  riesce a battere per un solo centesimo, uno dei distacchi più ridotti della storia, il blasonato Ronnie Petterson.

Sempre incline a guardare il bicchiere mezzo pieno, si contraddistingue per essere un pilota di grande carattere e molto combattivo, come dimostrano le parole pronunciate appena sceso dalla sua BRM P160 il giorno del trionfo, “François Cevert (che era arrivato terzo) è venuto nel box protestando perché secondo lui l’avevo spinto fuori all’ultima curva, ma non me ne può fregar di meno”.

Contrariamente  a quello che si potrebbe pensare il ricordo più bello a suo dire è la vittoria in Formula 2 lungo le strade di Pau, a sud della Francia, a bordo di una Chevron.

Tra il 1973 e il 1974 la sua presenza in F1 si fa sempre meno significativa, protagonista di qualche gara in F5000, decide poi di andare in America per disputare il campionato CanAm senza risultati di rilievo.

Tornato in Inghilterra appare di nuovo nel Circus nel 1984 con team manager della Toleman, che proprio quell’anno aveva ingaggiato il debuttante Ayrton Senna.

Chiara Rainis

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