Le vetture “fantasma”- Benetton Trussardi Middlebridge 1987

1352 Le vetture "fantasma"- Benetton Trussardi Middlebridge 1987

Nel 1986 debutta ufficialmente la Benetton dell’imprenditore veneto , dopo che la stessa azienda aveva negli anni addietro sponsorizzato prima la Tyrrell di Alboreto(1983) , l’Alfa Romeo (1984-1985) e la Toleman (1985). Il 1986 è l’anno del debutto dopo aver rilevato le quote della Toleman ) e della scuderia minore Spirit . La vettura si dimostra subito competitiva nell’anno del debutto e coglierà anche una vittoria in Ungheria con Berger. Nel 1987 sulla scia del successo degli imprenditori tessili si prospetta una nuova avventura. La “Trussardi” tenta l’ iscrizione per gareggiare gli ultimi sei gran premi di quella stagione, ma viene sempre rifiutata. In realtà si tratta di una copia esatta della Benetton stessa ,e perfino il motore, è un Megatron, ovvero un Bmw M12/13 turbocompresso, montato anche dalla Arrows e dalla Ligier . Tornando alla monoposto, l’unica differenza sostanziale dalla Benetton è rappresentata dai pneumatici, ovvero Goodyear e non Pirelli, mentre il numero di gara è il 31. Per quanto riguarda i piloti, ne vengono scelti due, in ballotaggio , per una sola monoposto ,e sebbene ancora poco esperti, sembrano essere comunque interessanti: si tratta di Emanuele Pirro (che nei due anni successivi sarebbe diventato tester ufficiale Mclaren della Mp4/4 e Mp4/5) e per gli ultimi due gp Aguri Suzuki.

trussardi Le vetture "fantasma"- Benetton Trussardi Middlebridge 1987

L’ iscrizione di questa monoposto fu vietata non per via di un patto che ammise che potessero prendere parte al GP solo due macchine per team. Il patto che rappresenta il rinnovo del Patto della Concordia vedrà la luce nel 1992 , e sancirà l’obbligo delle due vetture schierate.
La Trussardi era considerata una Benetton privata del team Middledrigde, che al tempo correva in F3000. Fu rifiutata per rispettare il patto della concordia che dal 1982 stabilisce che in F1 possono solo correre dei costruttori. Il team manager John McDonald era comunque quasi riuscita a farla partecipare al gp d’Italia

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