Brawn-Fota-Fia: un futuro chiamato F1

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Come in puzzle, i pezzi di questa nuova Formula Uno cominciano ad andare tutti al proprio posto, o almeno lì vicino in attesa di una mano che li metta a posto con pochi sforzi.
L’ultimo è stato compiuto in nottata con la nascita del team Brawn GP e la conseguente salvezza della vecchia Honda.
Così sulla griglia di partenza del 2009 saranno presenti ancora dieci team che in futuro potrebbero diventare 11 se l’USGPE, il team americano, sbarcherà nel circus, come previsto.

FOTA La politica del risparmio lanciata da Mosley & Co. comincia, quindi, a dare i suoi frutti. La Honda si salva e nuovi team si affacciano con più fiducia in quello che, fino a poco tempo fa, era considerato uno sport inaccessibile. La FOTA, nata a fine 2008, sta facendo di tutto per dare un po’ più di spirito e, perché no, di panico a questo sport in modo che il raro, leggasi il sorpasso, possa diventare pane quotidiano.
Ci ha provato la FIA introducendo le nuove regole, ma ormai è una prassi che dal 2003 si ripete un anno si e un anno no. Quest’anno però la riduzione dei costi è stata drastica, proprio come i cambiamenti che hanno generato tanti X Factor da rendere, almeno si spera, incerta la stagione.

PROPOSTE Ma credendo che nel 2010 l’effetto sorpresa delle nuove regole possa cessare, la FOTA lancia un nuovo sistema di punteggio, sicuramente migliore di quello attuale. Non solo, ma l’associazione dei team cerca di pensare a tutto. Si punta a riavvicinare i tifosi sia dal punto di vista mediatico/televisivo sia dal punto di vista del contatto tra questi e i piloti. Come nelle serie americane, infatti, si spera di introdurre una sessione di autografi da parte dei piloti, cosa che può rendere maggiore l’afflusso agli autodromi.

GIOVANI Si punta quindi a migliorare un prodotto che negli ultimi anni è stato considerato poco accessibile sia dai costruttori sia dai tifosi, che dai giovani piloti. Infatti, l’unico debuttante quest’anno sarà Buemi accasatosi in Toro Rosso, mentre Barrichello e Fisichella continueranno il loro longevo cammino. Ma anche per i giovani piloti rimasti appiedati potrebbe esserci un opportunità.
Se il circus migliora il suo prodotto, ciò significa più fan, più investimenti da parte di nuovi team e, conseguentemente, più sedili disponibili. A quel punto il puzzle potrà dichiararsi completato.

Valerio Lo Muzzo

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