Satyricon – Gp F1 Abu Dhabi

Villa-Modena Satyricon - Gp F1 Abu Dhabi

Nulla.

O meglio, palude e sabbia trafitti da migliaia di paletti di delimitazione disposti secondo uno schema apparentemente incomprensibile. Kamal e Abdeen Razazi Almahmoud, cugini con la passione per le macchine veloci e le donne italiane, sono  fieri come mai prima d’ora di far parte corpo e anima di quel Nulla.

Assieme ad altri 35mila operai, alla loro superscavatrice da 500 cavalli, sotto agli occhi vigili del suo signore e padrone Khalifa bin Zayed Al Nahyan e di uno spiritato mangiacrauti tedesco stanno per contribuire alla creazione del piu’ bel circuito di F1 (almeno cosi dicono loro ) mai visto sul pianeta Terra. Un immacolato container bianco di quattro metri per quattro la loro nuova casa, un cielo stellato al quale rivolgere candide preghiere il solito tetto,  un sospirato assegno per le loro mogli l’ effetto collaterale, un migliaio di bottiglie di Jack Daniel’s sapientemente interrate nottetempo sotto al modulo abitativo l’unica trasgressione.

E polvere. Polvere ovunque. Ad intasare filtri, a raschiare gole, ad ingrigire candide vesti, a riempire polmoni, a maledire il giorno in cui.

Dopo poco piu’ di due anni, milioni di metri cubi di cemento armato a bottiglie squadrate, tonnellate d’ acciaio  e centinaia di schemi d’impianti lasciati al vento del deserto, una trentina di poster loggati Autosprint adornano le pareti del container che ha saputo trasformarsi in “Villa Modena”,  distaccamento ufficialmente riconosciuto del Ferrari Club Maranello. Al suo interno una macchina per il caffè espresso, scaffali stracolmi di pasta, libri di ricette emiliane, un vecchio ma sempre buono calendario di Max ( la rivista, non il destituito capo della Fia ) nascosto sotto al poster di “Per Sempre Gilles” intraversato sopra ad un altissimo cordolo. Sul tetto della Villa/Container una relativamente enorme sagoma nera tenta inutilmente di rubare la scena all’ immane FerrariWorld poco lontano. Solo gli occhi di un’ attento osservatore potrebbero notare la scritta “Tennesse Whiskey” all’ interno di ogni singola etichetta/tessera del mosaico formante il Cavallino Rampante . Dopo tanto lavorare, finalmente il giorno della gara arriva. La vista dall’ alto dello  YasMarina è di quelle che puntano a lasciare senza fiato. Un’ enorme capodoglio multicolore tenta di strappare la scena  a tutti gli yacht ormeggiati dal sultano nell’ evidente tentativo di far risultare piene le banchine. Anche la Campbell, Jamiroquai, Beyonce e persino Hilary Clinton sono ormeggiati in pit lane, nell’ evidente e peraltro inutile tentativo di rincorrere il glamour di Montecarlo. Putroppo cinquant’anni di Storia non si costruiscono con i Petroldollari. Poco importa al Sultano.

Mentre il Sole dà spettacolo e allunga le ombre, i riflettori già accesi aspettano con ansia ed un pizzico d’invidia lo spegnimento dei loro cugini semafori. Loro si che vengono visti da tutti … Anche i cugini Almahmoud aspettano. Il tetto di “Villa Modena”, attrezzato seguendo le migliori tradizioni camperistiche tedesche, è fornito di ogni comfort. Sedie a sdraio, ombrellone, monitor del Live Timing e Tv, bibite fresche, patatine e  rutto libero. Luigino oggi parte davanti  a tutti, seguito da Seb, Mark, Rubigno e dal UorldCiampion Gienson.

Allo spegnimento delle luci rosse Kamal e Abdeen schizzano in piedi come molle, occhi sgranati, cuore a quindicimilagiri, aranciata in una mano e radiolina nell’altra.  Si aspettano chissa che cosa alla prima curva a sinistra ma, a parte il solito CalimeRubigno che prima perde un pezzo d’alettone a causa del solito Mark e poi perde pure una posizione  a favore del suo odiato compagno ( li ha sempre odiati tutti, indistintamente ), non succede praticamente niente. Laggiu’ in fondo al plotone ByeByeKimi riesce nell’impresa di essere l’unico con il Kers a perdere una posizione. KobraKobayashi inizia cosi il suo personalissimo show, la sua rimonta. L’altro ferrarista invece, dopo una settimana punitiva trascorsa all’interno del simulatore, ne passa un paio di slancio e un altro paio subito dopo. Poi, come ampiamente previsto, si ferma li.

L’attenzione di tutti, cugini compresi, viene improvvisamente catalizzata dal duello per la sesta posizione. Il relativamente  leggero Kubica si mette in caccia del buon Jarno, che non ci stà a farsi passare e rende la vita dura al  Polacco. Quest’ultimo ci mette poco meno di un giro e una buona dose di cattiveria per mettere il muso della sua BmwSauber davanti all’ ostico italiano. Mentre il Sole scende rendendo quasi magiche le riprese tv, il Nulla reclama a gran voce il possesso della sua vecchia fetta di sabbia e palude. Nel senso che per quindici giri non succede assolutamente, incredibilmente, noiosamente niente. Nulla, per l’appunto.

Negli occhi di Abdeen e Kamal le immagini di sorpassi, di staccate a ruote fumanti, di duelli all’ ultima ruotata, di piloti senza paura che percorrono lunghissime curve cieche a tutto gas viste in vecchie videocassette spedite dai lontani amici italiani sbiadiscono con il trascorrere dei giri. Vecchi fotogrammi vengono rimpiazzati da una rumorosa ma ordinata e composta fila, buona solo per le schede di memoria di fotografi a caccia della cartolina perfetta. Mentre la stanca telecamera riprende Naomi ai Box Ferrari, i cugini Almahmoud scoprono improvvisamente di esser parte di qualcosa  di ancora piu’ grande del loro semplice ma pur sempre affascinante circuito. Il “ChissenefregadellaCampbell” che esce spontaneamente dalle bocche di tutti gli appassionati di F1 ha il potere di cementare l’unione ( e dopo due anni Kamal ne capisce parecchio di cemento …) delle folle a qualsiasi latitudine e longitudine.

In questi primi quindici giri Sebastian, forte della sua maggiore autonomia, non ha mai mollato Luigino mantenendo il distacco sempre nel limite massimo del secondo e mezzo. La pit lane con l’uscita più assurda mai vista in cinquantanni di F1 viene inaugurata  con la morte nel cuore da Rubigno. E’ l’ultimo Gp, l’ultimo pit stop, l’ultimo cambio gomme con la scuderia di Ross. Gli uomini in bianco lo accolgono con larghi sorrisi e il palmo della mano destra stranamente rivolto verso l’alto. Più che il suo cuore, la Morte colpisce la sua PlatinumCard.

BarricoRadio SwitchOn “Este 18 scatole de radicanoce me hano tritato le bale, tenete i vostri maledeti OmegaSpidmaster e fateme gazolina, RAPIDO !!!” Barrico Radio Switch Off

Giusto il tempo di verificare il contenuto delle scatole  e una ottantina di litri di potenza allo stato puro vengono dati in pasto al famelico otto cilindri tedesco. Poco piu’ indietro i meccanici Bmw assistono sorpresi e impreparati alla scena, mentre rientra Kubica. L’esperto e furbo giocatore di poker con fare consumato estrae  dal polsino della tuta una ventina di santini raffiguranti Giovanni Paolo II. Meccanici stupiti da tanta grazia adempiono al loro compito nei cinque secondi necessari e sufficienti. Sufficienti all’ addetto al rifornimento a pensare e mettere in atto il suo piano geniale. Estrae il pistolone in tempo  ed obbliga il furbo Robert alla seconda sosta.  Mentre sgomma impetuoso per imboccare il tunnel che fa tanto centro commerciale, nello specchietto destro non puo’ fare a meno di notare i suoi meccanici mentre si scambiano pacche sulle spalle, larghi sorrisi e  “high five“ di reciproca intesa.

KubicaRadio SwitchOn “Ehi Polski, ThanksforPope … FuelforRolex in next pit… enjoy it” KubicaRadio Switch Off

BraccinoCortoRobert è improvvisamente senza fiato. Non è la discesa improvvisa, la paura di sbattere li sotto o la faccia sconvolta del commissario rintronato dall’ urlo del suo motore. L’improvviso baratro sulla sua PlatinumCard lascerebbe senza fiato chiunque. Forse proprio per questo motivo, un giro dopo il rifornimento del capofila Luigino, Alguersuari tenta la carta dello sbaglio di Box. Infila di cattiveria il Pit dei cugini della Red Bull schierati in attesa di Webber. Viene rispedito fuori in malo modo, ritirandosi subito dopo. Forse il cambio, forse la benzina che non c’è , Chi Puo’ Dirlo. L’unica cosa che conta è aver saltato il pit stop. Come previsto Sebastian effettua il suo primo pit un paio di giri dopo Hammy. Nessuna staccata, nessuna ruotata, nessun slowmotion da vedere e rivedere. Anche qui niente, Nulla di tutto cio’.

Forte dei suoi giri veloci fatti prima dell’ingresso, il tedeschino esce dal Centro Commerciale in testa alla corsa, con il più classico dei sorpassi ai box. Lo sguardo stranito di Kamal incontra per un attimo quello altrettanto incredulo di Abdeen. I cugini Almahmoud erano certi di aver contribuito a costruire una pista spettacolare. Le loro ormai mitiche sfide notturne a bordo delle loro SoapCar costruite rubando tempo al sonno (e materiale al cantiere), i loro sorpassi, le loro ruotate, le botte e le escoriazioni  rimediate stavano li, apparentemente inattaccabili, a dimostrare la loro ipotesi. Mentre lo sconforto attanaglia i cugini, un lampo biancorosso rompe la FormulaMonotonia. Al rientro in pista dopo il pit, il Campione del Mondo si ritrova davanti per un soffio a “Kobrayashi”. Nessun timore reverenziale, nessun rispetto, nessuna paura. Davanti a sé il giapponese sa di avere l’Occasione, quella con la O Maiuscola, per mettersi in mostra, per garantirsi un sedile l’anno prossimo. A macchina  scarica, gomme calde e cuore impavido si attacca al diffusore posteriore tanto decantato della Brawn Gp. Incrocia le traiettorie con l’inglese un paio di volte, fino ad infilarlo al terzo tentativo.

Nell’esatto momento i cui i due cugini rivedono per un attimo scene già viste e riviste, strane scosse telluriche vengono registrate in Inghilterra e Giappone. Testicoli in caduta libera e danze tribali le possibili cause. Ulteriori scosse vengono registrate dai sismografi inglesi quattro giri dopo, quando Luigino, per problemi al freno posteriore destro, parcheggia  definitivamente la sua McLaren. Subito dopo il pit dell’anonimo Fisichella, per gli speranzosi meccanici Ferrari finalmente arriva il momento dell’unico e ultimo Pit di E’statoBellofinchèèDuratoKimi. Il Kapellone monoespressivo estrae dalla plancia un pacco di buoni sconto dell’Ikea girandoli al primo uomo in rosso disponibile. La virgola nera lasciata sul cemento ( Kamal non condivide, ma si sforza di capire ) di Abu Dhabi ha la stessa forma del punto di domanda campeggiante sopra alle teste dei meccanici Ferrari. “Quante azioni possiederà ? Quanto se la starà ridendo? Dov’è che ha parcheggiato ?”

Rientra in pista quindicesimo quando mancano ventisei giri alla fine, nell’esatto momento in cui viene comminato l’unico drive trough di tutta la gara. La Ferrari di Felipe passa con Fisichella a bordo tra l’indifferenza generale, guardando sconsolata le spalle di Stefano, Robert e di tutti i tecnici presenti al muretto. Anche per lei è l’ultima gara. Chissà se la faranno ritornare in Italia. Chissà se laggiu’, sotto a quell’ enorme tetto rosso c’è già un piedistallo hi-tech pronto ad accoglierla, mani delicate pronte a lucidarla tutte le mattine, flash di bambini arabi pronti ad immortalarla. Chissà …

Subito dopo Kimi anche Kobayashi, fin qui autore di una prestazione che da sola gli vale il titolo di Rookie dell’ anno, entra per il suo unico pit stop uscendone dodicesimo. Terminerà sesto , due posizioni davanti al suo compagno di squadra.  Grande tra i grandi. Anche Kovalainen, partito sette posizioni dietro a Kimi, rientra ed esce dal centro commerciale. Rientra davanti all’ancora per ventiquattro giri Ferrarista Raikkonen, stroncando sul nascere le esigue ambizioni di mettere le mani sul terzo posto del Mondiale Costruttori.

L’anno piu’ avaro di soddisfazioni della scuderia di Maranello si conclude cosi. Con la consapevolezza che l’anno prossimo dovrà andare meglio, che in fondo in fondo in fondo la colpa non era di Baldisseri, che sbagliare è umano, che sbagliare un’ altra volta costerà il posto a tanta gente. Poi ancora Noia. Noia e patatine, noia e sbadigli, noia e Jack Daniel’s, noia e bottiglie da far sparire nel cemento che verrà, noia e vecchi Autosprint ormai consumati, noia e immagini da cartolina, Noia … e “Nulla” che continua imperterrita a  reclamare a gran voce la sua palude, la sua sabbia. Perlomeno fino a tredici giri dalla fine. Nel tentativo di riprendersi dallo shock subito dopo il tentativo di sequestro della sua Platinum all’ultimo Pit Stop, carta liberata solamente dopo aver apposto una firma in calce su foglio A4 redatto in carattere Times New Roman dimensione 1, il Polacco spacciatore  di santini falsi tenta vanamente di passare Buemi con il doppio risultato di finire in testacoda e fuori dai punti.

A posizioni ormai ampiamente consolidate, con Sebastian in testa seguito dal compagno KangarooWebber la gara scivola via verso la sospirata fine. Quando mancano quattro giri alla fine solo Gienson , se si esclude un ridicolo Fisichella su Grosjean,  tenta di insidiare il diretto avversario Webber. Lo mette nel mirino, gli prende la scia un paio di volte senza mai riuscire ad impensierirlo piu’ del dovuto.

Il Campionato finisce con una doppietta RedBull, con la vittoria  dal retrogusto vagamente amaro del tostissimo Sebastian, con quello che assomiglia sempre di piu’ al gioco del sedile da conquistare quando la musica si ferma, con la speranza che il  PresidenteTrottolinoAmoroso Todt riesca a portare nuova stabilità e fortuna a questo sport, con la speranza che oltre a motoristi e gommisti anche il Cielo non ci abbandoni.

Mentre i megaschermi a bordo pista rimandano le immagini di un raggiante Sebastian  a spasso  in un corridoio reso stretto da quella sembra un’invasione di hostess al sesto mese di gravidanza, Kamal e Abdeen vengono risvegliati dal prepotente attacco di “Travelling Without Moving”. Jamiroquai, come tradizione corsaiola impone, viene sparato a tutto volume sul tetto di “Villa Modena”. L’sms appena ricevuto li convoca domattina all’ alba presso gli uffici della Direzione Lavori.

Un nodo alla gola, pulsazioni incontrollate  e salivazione azzerata si impossessano dei due operai dalla fin qui creduta innocua passione per la F1 e l’ Italia. Non le bottiglie cementate, non i calendari nascosti, non il racket del caffè, non le scarpe antinfortunistiche pitonate, non le riunioni sindacali organizzate nei giorni e negli orari dei vari Gran Premi fin qui disputati. I cugini Almahmoud, unici in tutta l’Arabia a capirci qualcosa di Automobilismo Sportivo, non riusciranno mai ad immaginare quel che gli aspetta. Domattina riceveranno la promozione a  Capi Progetto del nuovo layout del circuito di YasMarina.

Il Sultano ne è matematicamente certo. Anche per due come loro sarebbe impossibile far peggio di quel raccomandato tedesco mangiacrauti.

By Pierpaolo Gelussi

http://www.pierpaologelussiphotographer.com/

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