1000 Miglia 2016

Partita come di consuetudine dal centro di Brescia, anche quest’anno la cronometro a tempo più storica del mondo automobilistico non poteva che passare dal Tempio della velocità.
Domenica mattina le 450 auto d’epoca sono passati dall’Autodromo Nazionale di Monza percorrendo le storiche sopraelevate e la pista che oggi è sipario dei campionati automobilistici moderni.
Dopo la prova a cronometro le auto sono ripartite per la chiusura del tour sempre a Brescia.

Photo di Davide Crescenzi

The Reunion 2016

“The Reunion” è il raduno di tutti gli appassionati di motociclette cafe racers, special e dallo stile classico, e non poteva che svolgersi anche quest’anno all’interno del Tempio della Velocità, l’Autodromo Nazionale di Monza.
Durante le 2 giornate è stato possibile assistere e anche partecipare, a una sfida di accelerazione 1 contro 1 a eliminazione diretta sull’ottavo di miglio… per ricordare le gare inglesi che si facevano 60 anni fa.
Reunion è anche occasione per i Costumizer di esporre i propri gioielli a 2 ruote Homemade, con le loro customizzazioni e di festeggiare a base di rock’n’roll.
Sono stati 2 giorni di pieno…. di gente, di sole, di stand, di belle moto, di voglia di mettersi in gioco, di sfide e di emozioni e soprattutto di correre, andare veloci.


I “Piloti” si sono sfidati nella TAG Heuer Sprint Race, nello Show Run e nella Belstaff Dirt Race.
La sfida più attesa, la Sprint Race, è stata disputata fino all’ultimo metro della finale. Se l’è aggiudicata Luca Brambilla su Monster 900 a carburatori davanti ad un altro Monster 900 di Sami Panseri, lo Stig del Milano Cafe Racer, ultimo gradino del podio per la Triumph Bonneville di Daniele Ghiselli.

L’altra sfida si è svolta nell’ovale di terra della Belstaff Dirt Race. Tra derapate, fango e polvere si sono sfidate le moto più strane e incredibili preparate appositamente per il terreno accidentato. Terzo posto per San Marco Filios, mentre Marco Troiano di OMT Garage su H-D Sportster 1200 modificato flat tracker vince su Luca Viglio di Endurology con un’incredibile Yamaha 600 2WD.

Photo by Davide Crescenzi