Quest’anno come anticipato non vi sono state quattro sessioni di qualifiche per la Indy 500, quanto invece tre, per il fatto che la seconda e la terza sono state accorpate in un’unica sola sessione . Ogni sessione è della durata di sei ore, da mezzogiorno fino alle sei di sera di ogni giornata, e come previsto anche questa sessione speciale è stata di soli 360 minuti.
Nella “Pole Day” è stato decretato Dixon come poleman di quest’anno, e sono state assegnate le prime undici posizioni in griglia, in questa giornata sono state assegnate le restanti posizioni, eccezion fatta perl’ultima la trentatreesima, che sarà decisa nel cosiddetto “Bump Day”: la giornata dove vi è l’ultima chiamata per gli esclusi di riscattarsi e conquistatare un posto per la gara. Uno solo, il trentatreesimo appunto.
Ma facciamo prima un passo indietro e parliamo delle libere che si sono corse nel lasso di tempo fra la seconda sessione di qualifiche (poi cancellata) e questa, la terza, la quasi decisiva. Se ne sono corse quattro, la settima, l’ottava, la nona e la decima.
Nella prima di esse è stato ancora Dixon ad ottenere il miglior tempo con un crono di 40.388, a seguire i noti Wheldon, Andretti, Mutoh e Patrick e tra questi a sorpresa anche John Andretti. Da segnalare il tredicesimo tempo di Papis. Questa sessione anche è stata “tempestata” dalla tempesta ,scusate il gioco di parole, che è impazzata per tutto il mese di Maggio.
Nell’ottava tornata di prove libere, è stato Briscoe a dimostrarsi il più pronto, dopo un guizzo dello stesso Dixon. Tra i migliori anche Scheckter. Nelle libere successive invece sono state quelle più movimentate: il miglior tempo è ancora del poleman, ma le prove non hanno visto come protagonista principale la pioggia, bensi’ gli incidenti. Il primo ha coinvolto la HVM di Viso, impattato alla curva tre, e fermatosi senza conseguenze fisiche sull’erba alla curva 4. Poi è stata la KV Racing giallo verde di Power ad toccare con veemenza il muro , alla curva 2, ed infine un brutto incidente di Briscoe alla curva 1, che lo ha visto costretto anche alle visite mediche forzate. Senza conseguenze rilevanti per fortuna. Alla fine della giornata tra i migliori anche Rahal con NHL ed ancora una volta John Andretti.
All’ultima tornata di prove hanno partecipato soltanto i piloti che ancora dovevano qualificarsi. E le soprese, anche spiacevoli non sono mancate. C’è stato un primo incidente per Mario Dominguez, che ha perso il controllo della vettura prima della curva 1, per lui gravi danni alla sospensione anteriore destra. Il secondo incidente ha visto coinvolto purtroppo il nostro Max Papis, che è stato molto violento, ed ha finito per distruggere completamente la sua Rubicon Schmidt sempre alla stessa curva . Alla fine è John Andretti a segnare il miglior crono, ed alle sue spalle un redivivo Junquiera, poi Hamilton e Rice. Nella foto sotto Max Papis.
Per quanto riguarda le qualifiche dodicesimo tempo per Bell , tredicesimo un sorprendente Rahal, ed ancora più in risalto è la prestazione di Junqueira che per la prima volta quest’anno si schioda dalle retrovie ed è quindicesimo. Tra i due piloti, l’uno della NHL, l’altro della Coyne, si piazza il pilota della Foyt Racing Darren Manning. Wilson e Rice precedono Hamilton e Lloyd, John Andretti è ventunesimo, mentre Fisher la segue. Per lei una prestazione preziosa. Simmons è in mezzo ai due piloti KV Racing, poi un deludente Viso, forse provato dall’incidente di due giorni prima, e i soliti noti a fondo gruppo: Duno, Moraes, Bernoldi, e la seconda Conquest di Camara che sta facendo rimpiangere Perera. Gli ultimi tre sono Yasukawa, Buddy Lazier e Roth. Si attende il Bump Day. Da registrare anche un pauroso incidente per Giebler che dovrà dire addio ai sogni di gloria in questa Indy. Per lui uno stop forzato. Papis e Dominguez non hanno preso parte alle qualifiche per via degli incidenti nelle libere 10. Nella foto lo sfortunato Giebler.
MN
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