Whelen Euro NASCAR Series – Tours, Gara: Nella neonata categoria si impongono Gabillon (Elite) e Burdon e Goupy (Open)

gabillon-500x250 Whelen Euro NASCAR Series - Tours, Gara: Nella neonata categoria si impongono Gabillon (Elite) e Burdon e Goupy (Open)

Articolo e interviste ai piloti a cura di Fabio Valente –

Si sono corse nel weekend tra sabato e domenica sul corto ma veloce ovale di Tours, Francia, le due manches della classe Open e le due della categoria Elite valide per il primo appuntamento della neonata Whelen Euro NASCAR Series, il primo campionato NASCAR degno di tale nome a disputarsi nel vecchio continente. Le quattro gare hanno avuto tra i partecipanti non solamente i piloti iscritti ufficialmente al campionato di Euro Racecar Series, ma vari volti nuovi, con alle spalle esperienze oltre oceano, si sono cimentati al volante di queste stock cars europee. E’ il caso, ad esempio, degli italiani Max Papis, vincitore della 24h di Daytona e di numerose gare in NASCAR e nella Rolex Series, e Davide Amaduzzi, giovane promettente che ha già debuttato in K&N Series in America.

Le due gare della classe Elite hanno visto un unico dominatore nella figura del francese Frederic Gabillon. Al volante della numero #05 il pilota transalpino non ha lasciato scampo agli avversari dominando entrambe le manches dall’inizio alla fine. Nella classe Open tra i vari incidenti si è intravista anche molta più combattività tra i vari contendenti: la pista ha premiato in gara 1 il francese Goupy, che ha sopravanzato all’ultima tornata il leader di campionato Josh Burdon, mentre in gara 2 ha eletto vincitore proprio Burdon, che ha risalito il gruppo con una spettacolare rimonta chiudendo davanti ai due italiani Volpato e Calcinati.

Gli italiani in classe Elite non hanno certo giocato il ruolo delle comparse: in gara 1 Max Papis e Davide Amaduzzi hanno completato nell’ordine il podio alle spalle del vincitore Gabillon, in gara 2 i portacolori italiani di cui abbiamo parlato sono stati costretti al ritiro e il podio è stato completato da Boucenna e Zimmer, mentre il primo italiano al traguardo è stato il giovane Nicolò Rocca, quinto dietro al campione spagnolo Ander Vilarino.

Di seguito potete trovare le interviste che Frederic Gabillon e Davie Amaduzzi hanno gentilmente concesso a noi di eracemotorblog:

G: giornalista, F: Frederic Gabillon

G: Cosa pensi di questo weekend? Pensi che Tours sia stato il luogo adatto per la prima gara della Whelen Euro NASCAR Series?

F: Sì, penso che Tours sia stato il posto migliore per iniziare con questa serie. Abbiamo corso su un ovale e gli ovali sono ciò che più piace agli amanti della NASCAR. Per quanto riguarda me sono davvero felice: la mia macchina era perfetta sin dal primo giro in pista e abbiamo fatto segnare i tempi migliori sempre. Vorrei perciò ringraziare il mio crew chief (Claude Galopin) per avermi fatto avere la vettura migliore possibile.

G: Hai già in mente cosa farai nel 2014?

F: Per l’anno prossimo ancora non so, sinceramente. Di solito corro a Salt Lake City il 15 Settembre ma la cosa non è ancora definita.

G: Cosa pensi della Whelen Euro NASCAR Series? Pensi potrà avere successo un iniziativa simile in Europa?

F: Mi è piaciuto tutto davvero tanto, dall’atmosfera alle persone coinvolte. Adoro la NASCAR perchè è divertente, le auto sono veloci e guidabili e in più ci sono tantissimi piloti veloci ed interessati oltre che moltissimi fans. Penso e spero che questa categoria diventerà piuttosto importante in un futuro vicino.

G: giornalista, D: Davide Amaduzzi

G: Quali sono le differenze principali tra NASCAR in Europa e NASCAR in America?

D: Le differenze con la NASCAR Usa sono sostanziali. Le auto sono un po’ diverse. Più simili alle Late Model americane. Decisamente meno potenti, 450 cavalli contro i 650 della K&N, i 750 della Nationwide ed i 900 della Sprint. È comunque una serie Stock CAR a tutti gli effetti. Solo in salsa europea. Quindi più piste e meno ovali

G: Cosa pensi della nascita della Whelen Euro NASCAR Series? Secondo te ci sono buone basi ed è destinata a progredire?

D: Io credo che da Tours le cose siano cambiate. Da Tours e’ davvero a tutti gli effetti una Serie NASCAR. Credo che il futuro ora possa essere solo roseo.

G: Quali sono i tuoi programmi per la prossima annata?

D: I programmi per il proseguo della stagione prevedono ora di concludere tutte le 4 rimanenti prove della serie. Le due di Monza e le due delle finali a Le Mans. E continuerò in Usa con alcune gare nella nascar K&N e NASCAR Whelen Usa. Il mio presente ed il mio futuro sono targati NASCAR in ogni caso.
G: Cosa pensi dell’ovale di Tours e del pubblico presente? Pensi sia stato il luogo adatto per un debutto?

D: La pista di Tours e’ stato un luogo adatto ad un debutto NASCAR vero e proprio. E’ un ovale strano però, con due curve piatte e due sopraelevate. In Usa non ci sono ovali asimmetrici. Questo ha comportato un assetto di compromesso perché non era possibile fare un assetto buono per le curve piatte, che avrebbe distrutto le gomme nel banking, o buono per il banking che avrebbe tolto ogni tipo di aderenza nel piatto. Una difficoltà in più per team e piloti che per certi versi e’ stato interessante. Una cosa però che dovranno sistemare il prossimo anno al ritorno sugli ovali saranno le regole di comportamento. Molti piloti guidavano come su una pista normale non curandosi degli altri. Chiudendo se uno era all’interno. Questo lo puoi fare su un tracciato classico europeo. Su un ovale e’ un suicidio. È andata bene che la pista era piuttosto lenta. In un ovale usa si sarebbero contati i feriti. Ma sono sicuro che progrediranno. Il mio week end e’ stato comunque positivo. Un terzo posto sabato e’ stato un bel momento di gioia da vivere con il team di Massimo di Lonardo, il T-Engineering, che mi ha dato l’opportunità di essere presente in questo debutto storico della NASCAR e che mi permetterà di essere al via di una gara, quella di Monza, che già prima di essere disputata e’ nella storia. La prima gara NASCAR sullo storico tracciato brianzolo e sul territorio italiano in generale.

Fabio Valente, con uno speciale ringraziamento a Frederic Gabillon e a Davide Amaduzzi per la disponibilità.

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