New generation:”La voglia di tornare alla ribalta”

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Possibile che una terra così affascinante come la Nuova Zelanda, non viene citata come una delle nazioni più importanti nell’ambito del motorsport? Girando per il web, ho notato che la maggior parte degli appassionati della stessa nazione, conoscono a malapena chi sono Scott Dixon, Brendon Hartley, Johnny Reid.

Questa puntata di new generation si occuperà proprio di questa affascinante nazione che ha dato vita a grandi ed illustri piloti d’altri tempi come Bruce Mclaren, fondatore dell’attuale omonimo team che corre in F1, Chris Amon e Danny Hulme. Ovviamente, ahimè, non approfondiremo di più su questi grandi campioni che hanno fatto emozionare milioni di platee, non solo in F1 ma anche nell’endurance, cogliendo vittorie in alcune competizioni importanti. Tornando ai giovani, bello notare che un ragazzo che nacque ben 27 anni fa ad Auckland, ora è uno dei più ammirati e temuti in una serie che non ha molto successo in Italia. Come non citare Scott Dixon, attualmente in Indycar, che ha trascorso gran parte della sua vita agonistica negli states. Certo, egli iniziò nella sua patria ma già verso la fine del vecchio millennio, si fece apprezzare grazie al suo stile di guida molto aggressivo ma allo stesso tempo efficace. Riuscì, nel lontano 2001, a garantirsi un posto nella Cart, più specificamente nella PacWest e si fece notare, riuscendo a portare a casa, dopo sole 2 gare nella serie, la vittoria sul circuito di Nazareth. Oramai non c’erano dubbi, questo giovincello avrebbe garantito grandi altri successi alla sua nazione. Da li a poco sarebbe scoppiata definitivamente la sua stella, nel 2003 più precisamente, quando vinse il suo primo titolo e la 500 miglia di Indianapolis, al suo anno di debutto nella Irl, con il team Ganassi, che è una delle squadre più importanti nell’ambito americano. Ora come ora, è in lizza per vincere il suo secondo titolo ma è ancora presto per dirlo. Certo, in Nzl non c’è solo Dixon a rendere orgoglioso il paese, infatti, da due anni a questa parte, anche un certo Johnny Reid si sta ritagliando un certo spazio. Il suo curriculum non vanta vittorie importanti se non nell’A1 Gp, dove ha portato la sua nazione per ben due volte sul podio del campionato. Forse nel 2007 sarà stata anche una sorpresa ma nel 2008 ci si aspettava il salto di qualità, e cioè la vittoria. Ciò non è arrivata, perchè dopo una serie di gare in lotta con la Svizzera, il successo è andato nelle mani di quest’ultima. Strano notare che due nazioni che hanno fatto la storia del motorsport in altre epoche, ora sono una rivelazione per tutti. Sarebbe bello sfogliare qualche libro e leggere le imprese di Regazzoni, Caracciola, Hulme, Amon, Mclaren, ecc… Dopo aver narrato in spicciole la carriera dei due omoni di una patria che soffia come uno spinnaker di una barca a vela, eccoci arrivati al giovane della nuova generazione, che avrà sempre più importanza in futuro. Colui si chiama Brendon Hartley, pochi lo conoscono, cioè solo chi ha la pazienza e la fortuna di gustarsi la F3 inglese. Molti lo considerano come una promessa che scoppierà tra qualche anno e si parla di lui, come il prossimo candidato a giocarsi un posto nella Toro Rosso. Bazzecole, sicuramente è e sarà aiutato dal programma Red Bull, però un piccolo assaggino alla F1 l’ha già dato, testando due mesi fa la nuova STR3. La vita, alcune volte, è bella perchè imprevedibile ma se la nazione famosa per l’Haka ha disposizione un campioncino così, perchè non gustarcelo nei prossimi anni, anzi sin da subito, sperando che qualcuno si ricordi che la Nuova Zelanda non è un paese qualsiasi, ma è l’emblema del motorsport d’altri tempi che vuole tornare grande.

Stefano Chinappi

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