Enigmi di Discendente:”Il perchè della grandezza di Piquet”

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Ne ho sentite di tutti i colori in questi giorni, a partire da Alonso finendo ai tifosi delle varie scuderie: se non fosse entrata quella safety car, se Piquet non si fosse trovato al punto giusto al momento giusto, ma Piquet è stato fortunato ecc. Tutto vero, lungi da me dire il contrario, ma se c’è uno sport dove i ma ed i se non valgono per niente è proprio la formula 1. Non è la prima volta che un pilota abbia tratto beneficio da regolamenti e destino favorevole, semplicemente il podio è stato  occupato da un audace, e vi spiego il perchè.Facciamo un gioco, reclutiamo per una volta questi benedetti se e ma all’interno del circus e vediamo cosa ne esce. Nel 1950 si disputa l’ultimo gran premio stagionale, il gran premio d’italia; Fangio ha 4 punti di vantaggio sul rivale Farina, ma la sua corsa è segnata dalla sfortuna. Per due volte l’argentino è costretto a fermarsi ai box a causa di cedimenti di natura meccanica, una prima volta al 24 giro per rottura del cambio. Con Fangio ai box, i tecnici dell’Alfa Romeo  fanno fermare la vettura di Taruffi e vi fanno salire il pilota argentino. Fangio riparte all’inseguimento di Farina (tra il boato dei tifosi italiani che non gradiscono che una Casa Italiana tenti in tutti i modi di sottrarre il titolo mondiale a un pilota di casa N.D.R.) ma la sfortuna si accanisce contro Fangio, che undici giri piu tardi è nuovamente costretto a fermarsi per problemi al motore. Questa volta il ritiro è definitivo. Per la cronaca, Farina vince il GranPremio ed il Mondiale conquistando 8 punti contro l’unico dell’argentino, ritiratosi ma autore del giro piu veloce (che all’epoca valeva 1 punto). Se Fangio non fosse stato perseguitato dalla sfortuna, a quest’ora avrebbe vantato 6 titoli e Farina non sarebbe ricordato come il primo campione nella storia del circus. Passiamo velocemente al 1964, ultima gara della stagione, G.Hill vanta 5 punti sul rivale Surtees ma in gara succede di tutto. Hill, partito con il sesto tempo in curva veloce si accosta a Bandini che resiste: le due macchine si urtano e la BRM del Britannico va in testa coda ed esce di strada toccando le barriere di protezione e danneggiando l’impianto di scarico, che si deforma. Graham entra ai box, i meccanici gli sostituiscono un tubo di scappamento, ma ormai la testa corsa è lontana; arriverà undicesimo, ma il mondiale se lo intasca Surtees che tramite il secondo posto dietro Clark, rosicchia quei sei punti che gli permettono di aggiudicarsi il titolo. E se Graham non avesse osato quel sorpasso? 1976 gran premio del Fuji ultimo duello stagionale tra Lauda su Ferrari ed Hunt su Mclaren. Lauda vanta 3 punti di vantaggio sul rivale, ma in pista succede di tutto: poco prima della partenza c’è chi non vorrebbe correre a causa del circuito molto piu somigliante ad un letto di un fiume che ad una pista. Sembra che il Gp non debba disputarsi, il tempo passa ed il diluvio non accenna a diminuire. C’è chi teme che non ci sia abbastanza luce per disputare il Gp per intero, ma la pressione del publico Giapponese, degli organizzatori, team menager, sponsor e televisione fanno si che la gara inizi. Hunt parte in prima fila, a fianco di Andretti, che ha stabilito la Pole. Lauda è in seconda fila con il terzo tempo. Al via è proprio il biondo Inglese a prendere la testa della corsa mentre Lauda inizia ad avere paura: mentre è in 17 posizione rientra ai box. Arriva alla postazione della Ferrari ed esce dalla sua 312 T2. A Mario Forghieri, direttore tecnico della scuderia, lauda dice senza mezzi termini che non se la sente di proseguire e che “per quanto lo riguarda, ci sono cose piu importanti nella vita di un campionato del mondo”. Ma non è finita: al 68 giro, quando ne mancano solo 5 al termine,le gomme della Mclaren cedono. Per fortuna di Hunt, la gomma scoppia all’imbocco dell’ultima curva del circuito, poco prima dell’entrata nella corsia box. Bastava che la gomma esplodesse la curva prima ed il mondiale sfumava. Invece Hunt, subito dopo il cambio gomme,  ritorna in pista e chiude al 3 posto, risultato che gli permette di scavalcare il rivale ed aggiudicarsi il titolo! Ma cosa sarebbe successo se quella gomma fosse saltata prima di quella curva? Passiamo al 1981 ultimo granpremio stagionale a Las Vegas. Nelson Piquet si gioca il mondiale contro Reutenmann in vantaggio di un punto. Reutenmann è in pole, Nelson solo 4. Al via però, il leader del campionato perde posizioni su posizioni. Alla fine del primo giro è 5, poco dopo addirittura 7. Piquet aspetta. Al 17 giro lo sorpassa, ma per diventare campione del mondo ha bisogno di entrare almeno in zona punti. Ci riesce al 21 giro, ne mancano ancora 54. La situazione non cambia, anzi, Nelson guadagna un altra posizione, si sistema al 5 posto e conquista quei 2 punti che lo laureano campione. Piquet è sfinito, a fine gara  dira: ” a metà corsa ero morto. Per fortuna Carlos ha avuto dei problemi, altrimenti non so come sarebbe andata a finire”. E se Reutenmann non avesse avuto problemi? 1986, anno dell’addio al grande De Angelis, ultima gara, Mansell ha 7 punti di vantaggio sul rivale Prost ma in gara succede l’impensabile. Al 63 giro in testa c’è Rosberg, ma gli scoppia una gomma e deve ritirarsi dall’ultimo granpremio della sua carriera. Non passa neppure un giro e la gomma posteriore di Nigel esplode. gara finita, mondiale anche, perchè Alen vince la corsa ed è campione! Campione, si, ma se non fosse mai scoppiata quella ruota? L’ultima sollecitazione del passato voglio farla con un pilota che io adoro, il mio preferito, quello che è riuscito a farmi innamorare di questo sport, il pilota che porto ancora dentro me irrimediabilmente, forse per sempre. 1999, Suzuka, ultima prova di un mondiale stratosferico. Mika Hakkinen tenta di conquistare un mondiale ormai perso contro il sorprendente Eddie Irvine che lo scavalca in classifica mondiale di 4 punti, ed ha dalla sua una leggenda: Michael Schumacher. Il tedesco parte in pole, Mika subito dietro, Irvine è 5, ma gli basterebbe un quarto posto qualora il rivale non andasse oltre il secondo posto. Ma quando meno te lo aspetti, il campione finlandese indovina la partenza della vita, bruciando Michael. Come per miracolo Hakkinen, sfortunatissimo per tutto il mondiale si ritrova in testa, ed a suon di giri record riesce conservare la leadership ed a vincere un campionato memorabile, l’ultimo della sua incredibile carriera! Irvine è incredulo, Schumacher di piu, ma a vincere è stato il piu forte. Ma se Hakkinen non avesse mai incarrato quella partenza come sarebbe finita? Vedete cari lettori, la formula 1 è piena di mondiali vinti a caso, e quando parlo di mondiali, parlo di “mondiali” e noi stiamo qui a discutere di un pilota che ha centrato il secondo posto? di un pilota che è riuscito a fare quello che Fernando Alonso in tutta la stagione non ha fatto? Eh no cari lettori, cosi è ingiusto, diamo merito a questo ragazzino di 20 anni pieno di speranze, di aver indovinato, come un tempo il padre, la gara della vita.

Antonio Borsa

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1 commento su “Enigmi di Discendente:”Il perchè della grandezza di Piquet””

  1. Il titolo è lunghissimo :mrgreen: Cmq come già ho scritto ne “il caso nelsinho Piquet”, Piquet merita fiducia perche nelle formule minori ( F3 e GP2 ) si è dimostrato molto competitivo. Anche Kovalainen lo scorso anno ebbe un inizio difficoltoso.

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