Amarcord – Marco Campos, 17 ottobre 1995 – 17 ottobre 2010

3marcocampos Amarcord – Marco Campos, 17 ottobre 1995 - 17 ottobre 2010

Quindici anni già! Potremmo usare questa espressione, tratta dal titolo di una canzone della band friulana Tre allegri ragazzi morti. Tanti sono gli anni che ormai sono passati da quel terribile 17 ottobre 1995 in cui perse la vita uno dei giovani talenti internazionali della sua epoca, la promessa degli anni novanta.

Marco Campos era nato il 24 febbraio del 1976 in Brasile, terra di grandi piloti di Formula 1, e neanche a farlo apposta, a Curitiba. Da subito il giovane Marco aveva dimostrato di saperci fare con i motori, vincendo due campionati di kart sudamericani prima del fatidico sbarco in Europa, dove senza troppi indugi fece suo il campionato di Formula Opel Lotus Euroseries alla sua prima stagione contro un certo Tom Coronel. Ancora una volta Adriano Morini ci aveva visto giusto, ed accaparratosi il giovane brasiliano i risultati non tardarono a venire.

Nella stagione successiva, Marco e Adriano non perdono tempo, e sbarcano in Formula 3000, non prima di aver concordato una capatina a Macao 1994 nel team di Willi Weber come compagno di squadra di Ralf Schumacher. Ma torniamo al 1995. La stagione inizia nel migliore dei modi a bordo della Lola-Cosworth. L’esordio è da quinto posto alla prima gara, tanto che anche Frank Williams se ne interessa. Le trattative proseguono per tutta la stagione col manager inglese, come i buoni risultati di Campos, che alimentano quindi le sue chance di sbarcare nel grande circus.

Ma le cose, lo sappiamo, spesso non vanno come si vorrebbe. A Magny Cours, ultima tappa della stagione della Formula 3000, Marco Campos tenta un sorpasso all’ultimo giro su Thomas Biagi alla staccata del tornantino per la nona posizione finale. L’italiano stringe, ma non in maniera irregolare. Il contatto però tra la ruota anteriore sinistra del brasiliano con la posteriore destra di Biagi innesca l’irreparabile. In un incidente identico a quello di Webber quest’anno a Valencia, la vettura s’impenna. L’alta velocità, e la spinta dell’aria capovolge completamente la vettura, che ricade capovolta sul muretto adiacente alla pista.

Marco viene praticamente schiacciato dal muretto che gli spezza l’osso del collo in più punti, prima che la vettura finisca sulla via di fuga esterna. Il pilota, immobile nell’abitacolo, viene subito soccorso, ma è chiaro che la situazione è disperata. Elitrasportato d’urgenza a Parigi, muore senza aver più ripreso conoscenza all’1.40 di martedì 17 ottobre 1995 all’età di 19 anni.

Alla fine della stagione Campos si piazza in tredicesima posizione, ma che importa??? La perdita di Marco è un duro colpo per la serie, per i piloti. Per il suo stesso team, che con coraggio trova la forza di andare avanti. Di ripartire da capo.

Nadia Morini, team principal del team Draco, condivide con noi il suo ricordo di un pilota che ha amato come un figlio, con parole che escono direttamente dal suo cuore. “Quindici anni sono passati, da tanto tempo sono stata privata di uno dei miei figli. Ma sento che lui è con me, sempre al mio fianco. Quando entro ed esco dai circuiti, lui entra ed esce con me. Sai, chi ami davvero non ti lascia mai. E’ sempre con te. Tutto è stato così inverosimile da quando ci ha lasciati. Ho impiegato così tanto tempo per rivedere i colori del mondo oltre il grigio opprimente. Sono ripartita da Felipe, da Augusto, e allora il dolore fisico ha lasciato il posto alla tristezza di non averlo più con me. Mi piace inoltre ricordarlo con un aneddoto. Eravamo a Pergusa per una delle gare della F3000. Lui mi disse: “Sai mamma, se dovessi morire, vorrei morire in macchina”. Gli risposi che era tonto a dire così, ma ora sono conscia che lui è dove avrebbe voluto essere se proprio fosse dovuto accadere… E’ stato una stella che ora brilla lassù, e ci guarda. Lo ricordiamo con affetto, io e Adriano, e se Dio vuole verrà il giorno in cui lo riabbracceremo.”

Marco Borgo


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