L’analisi – Il caos dei nuovi regolamenti tecnici nelle categorie turismo: quale futuro per le S2000?

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A cura di Silvano Taormina

Sono giorni frenetici e ricchi di novità quelli che stanno caratterizzando il panorama delle categorie turismo in Europa. Un fermento dettato in particolar modo dalle novità regolamentari introdotte nel WTCC e nel BTCC, ovvero i due principali campionati in termini di partecipazioni e qualità dei partecipanti. Tali novità, alla luce dell’innalzamento dei costi, rischiano di tagliare fuori dal mercato le numerose vetture in configurazione S2000 che, dalla seconda metà degli anni duemila, hanno animato sia il Mondiale Turismo che diversi campionati nazionali. Questa ipotesi rischia non solo di impoverire le griglie di partenza ma soprattutto di lasciare inattivi diversi team indipendenti. Ma andiamo con ordine nell’analizzare la situazione.

A partire dal 2014 il WTCC adotterà il nuovo regolamento tecnico che prevede un peso minimo delle vetture di 1100kg, una veste aerodinamica più aggressiva (larghezza minima di 1950mm, splitter anteriore da 100mm e alettone posteriore monoplano), 50cv in più di potenza, fondo piatto e cerchi da 18 pollici che renderanno le nuove vetture più performanti rispetto alle attuali S2000 presenti nel Mondiale (si stima una differenza media di 0,4 kmh/km). Queste ultime, equipaggiate con i motori 1.6 litri turbo aspirati in linea con l’appendice J del regolamento FIA 2011, nelle migliori delle ipotesi potranno trovare spazio (per la sola stagione 2014) in un trofeo a loro riservato salvo poi sparire del tutto dal 2015. Se per le compagini ufficiali di Honda, Lada e della new entry Citroen non ci sarà alcun problema ad abbracciare il nuovo regolamento, per le diverse strutture private attualmente iscritte nel WTCC la situazione si fa più complicata e potenzialmente onerosa. Sunred e RML, con il benestare rispettivamente di Seat e Chevrolet, si sono dichiarate pronte a mettere a punto un kit di aggiornamento per le varie Leon e Cruze affidate ai privati. Diversamente la BMW ha già dichiarato di non voler seguire tale strada e pertanto i vari team che attualmente difendono i suoi colori stanno studiando delle soluzioni alternative. Una di queste, emersa dopo una riunione a Porto, è quella di studiare insieme un pacchetto di aggiornamenti da condividere. Tale soluzione però appare alquanto improbabile e prevede degli investimenti difficili da ammortizzare in una sola stagione. Il rischio è quello di vedere la griglia di partenza orfana delle sette 320TC iscritte in questa stagione. La scelta di abbandonare il regolamento S2000 ha dissuaso anche il Rotek Racing, la struttura di Rob Holland che nei mesi scorsi ha rilevato le Ford Focus ex-Arena, dal mettere a punto un programma ufficiale.

Non molto diversa la situazione del BTCC. Introdotto con successo nel 2011 il nuovo regolamento NGTC, nell’ultimo triennio la popolare serie inglese ha continuato ad accogliere anche le S2000 utilizzate nel WTCC fino al 2010, ovvero quelle con i motori 2.0l a benzina o diesel. Seppur meno performanti rispetto alle NGTC, le S2000 hanno continuato ad arricchire di circa sette-otto unità la griglia di partenza grazie al Jack Sears Trophy loro riservato. A partire dal prossimo anno, al pari di quanto sta avvenendo nel Mondiale, verranno messe al bando costringendo diversi team a seguire strade alternative. La situazione di per sé è meno grave rispetto al WTCC in quanto le NGTC garantiscono una griglia di ben venticinque vetture appartenenti a dieci marchi differenti. Ad ogni modo non fa bene all’immagine del campionato rinunciare ad un entry-list di oltre trenta partecipanti.

Alla luce del contesto appena descritto, dove potranno trovare spazio le S2000? Al momento si ritroverebbero ad essere accettate in alcune serie nazionali come l’ADAC Procar Series tedesco, l’USTCC statunitense e CTCC cinese e a livello europeo nell’ETCC. La mini serie continentale organizzata dalla KSO di Marcello Lotti negli ultimi anni ha dato la possibilità a diversi team privati di uscire dai propri confini nazionali e gareggiare in un contesto internazionale con una spesa piuttosto esigua, affiancando alle S2000 le più piccole S1600 e le vetture provenienti da monomarca come la Seat Leon Eurocopa. Di sicuro potrebbe rappresentare un bacino all’interno del quale far confluire tutte le vetture che non potranno più gareggiare nel WTCC o nel BTCC. A questo punto però è lecito chiedersi sei i team impegnati in queste due serie saranno realmente disposti a gareggiare nell’ETCC. I primi si ritroverebbero a competere in un contesto meno prestigioso rispetto a quello a cui sono abituati, i secondi sono storicamente molto restii ad abbandonare il suolo britannico. Pertanto il rischio è che le S2000 rimangano ferme nei garage a meno che non vengano cedute a terzi. Ricordiamo che al momento ci sono anche una ventina di S2000 inutilizzate tra Svezia e Danimarca dopo che lo Scandinavian Touring Car Championship ha deciso di metterle al bando per far spazio alle berline in configurazione TTA basate sul telaio prodotto dalla Solution F, la struttura francese che fornisce i telai al Megane Trophy, al Belcar belga e alla Race of Champions.

In un epoca non certo felice per il motorsport, i cui si sentono ancora gli effetti della crisi di fine anni duemila, ha davvero senso stravolgere i regolamenti tecnici ed escludere delle vetture che, seppur vecchie di due-tre anni, continuano ad esercitare un certo richiamo dal punto di vista commerciale? A parere di chi scrive i nuovi regolamenti portano sicuramente innovazione e rinnovano l’immagine dei campionati. Allo stesso tempo però bisognerebbe continuare a dar spazio alle S2000, magari riservando loro dei trofei specifici. Al giorno d’oggi sia nel WTCC che nel BTCC le numerose squadre private, ma comunque molto professionali e competitive, rappresentano lo zoccolo duro e colmano in parte la scarsa partecipazione delle compagini ufficiali. Perché rischiare di tagliarle fuori dal mercato? Sarebbe auspicabile un intervento da parte della Commissione Turismo della FIA guidata da Alan Gow per uniformare i regolamenti tecnici e congelarli per almeno cinque-sei anni, senza costringere le squadre a dover rinnovare il parco vetture ogni due anni pur di rimanere competitive. In questo modo si favorirebbe anche l’interscambio di vetture da un campionato all’altro nonché la partecipazione dei team impegnati nelle serie nazionali alle singole tappe del WTCC nei loro paesi. Attendiamo nuovi sviluppi nelle prossime settimane.

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