F1-Gran Bretagna-“Hamilton, principe di Silverstone”

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SILVERSTONE 06.07.2008 In compagnia di due nemici sulla cima della Torre di Babele come Noè esposto al sole, all’acqua e al vento dopo il diluvio universale di Silverstone. Hamilton vede schiarire il cielo e vede accendere di colpo le sue speranze mondiali, recuperando tutto su tutti.

Non è però solo sulla cima della Torre, perché i Ferraristi, oggi allo sbando senza arca né barchetta di carta, sono ancora lì, non si sa perché, per come, per quanto.

Annega, invece, l’intruso polacco, insabbiandosi nella palude dell’ex-aeroporto che non gli consente di prendere il volo per quella che poteva essere la conquista unica e solitaria, della cima della Torre. Qualcuno però ha voluto che andasse a finire così, scatenando l’inferno con un tempo alternato: da sole ad acqua, poi nuvole, poi acqua e poi, alla fine, finalmente sole.
E’ il sole che illumina Silverstone, è il sole che raccoglie la marea inglese, in festa per la vittoria di un connazionale che non si vedeva dai tempi di Jonny Herbert. E’ il sole che non illumina la lotta per il mondiale, anzi mette lì in prima fila Hamilton, Massa, Raikkonen ed un goccio dietro Kubica.

START E’ andata male, a molti, soprattutto ai rossi e ai polacchi. La partenza la dice tutta. Hamilton brucia Webber, mentre Raikkonen rimane intrappolato nella morsa finnica-austrliana. Alla prima curva Kovalainen, Hamilton e Raikkonen fanno la testa, mentre Webber si gira rinunciando ad ogni sogno di gloria, proprio come Massa che dà il via a quella che sarà la sagra dei testa coda. Mentre davanti alcune barchette riescono a non essere risucchiate dal lago, dietro Coulthard e Vettel, in un esibizione sincronizzata, ruotano e si auto-eliminano dopo poche curve, mentre Massa continua a girarsi e contro girarsi. I tempi di Magny-Cours sono molto lontani per il brasiliano. I sorpassi si cominciano a notare, vedi Hamilton che conquista la testa per non lasciarla più, vedi Zorro Alonso che passa Heidfeld come se il tedesco guidasse una cinquecento.

SORPRESE Il tutto sembra essersi stabilizzato, ma questo è soltanto l’inizio della fine. Raikkonen sopravanza Kovalainen e si getta alla caccia dell’idolo di casa, come un cane che non mangia da tempo, mentre Alonso sembra essere in palla, mentre Webber si diverte a giocare con i bambini piccoli, vedi Bourdais e Sutil, mentre Massa arranca ultimo dietro il fantasma Rosberg e il nonno Fisichella. Arriva il tempo dei pit stop, decisivo come non mai, e mentre tutti i team mantengono le coperture intermedie per al scalata della Torre, in casa Ferrari e in casa Alonso, si decide di mantenere le vecchie pinne che dovrebbero garantire maggior aderenza mentre il lago va asciugandosi. Decisione più sbagliata non poteva essere presa. Accade infatti che il lago diventa mare, e le fragili barchette italiche e francesi vengono sbattute a destra e manca, mentre in solitario Hamilton ricorda quell’ombra rossa che ormai è diventata un miraggio.

DILUVIO La scalata prosegue, ma quel lago che diventò mare, ora è diventato oceano. Ed ecco l’imprevedibile: i morti diventano vivi e i vivi diventano morti, eccezion fatta per Hamilton. Raikkonen perde secondi su secondi, mentre Massa si gira ancora, ancora ed ancora. Zorro arranca più di cuore che di macchina, mentre Kubica ed Heidfeld sembrano aver preso un’aspirina, piombando su Raikkonen come falchi, così come Kovalainen. In casa Ferrari gli strateghi sono più confusi che persuasi, mentre in casa Honda la persuasione è cosa nota, vista la presenza di Ross Brawn. L’intuizione è geniale, e le Full-wet montate sulle vetture sembrano essere l’arma vincente. Basta capire i dieci secondi a giro rifilati agli avversari. Mentre le Honda sembrano aver trovato la carta giusta per affrontare l’oceano Silverstoniano, Raikkonen, Webber, Glock e l’immancabile Massa compiono testa coda a raffica, sempre meglio di Kubica e Piquet che rimangono impantanati nelle viscere delle palude.

BRIVIDI FINALI La sorpresa del giorno si chiama Barrichello che sull’oceano sembra andar meglio dell’arca di Lewis che lì davanti scala la Torre ormai in solitario. Nelle semi-retrovie Raikkonen sembra tornare quello di un’ora prima. Conquista la quarta posizione che, dopo la decisione presa ai box, poteva soltanto esser sognata, mentre Button, pur disponendo di una barca quasi yath, riesce ad insabbiarsi in pieno stile Fisichella, anche lui vittima della palude.
Oltre alle sempre più complicate ed esibizionistiche piroette di Massa, Bourdais e Glock, l’ultima emozione giunge da Kovalainen, che si sbarazza di Alonso soltanto alla fine, mentre il compagno di squadra, dopo aver guidato da maestro quell’arca di colore grigio, manda una colomba a controllare se fuori il tempo è buono. La risposta è affermativa, e dopo la vista della bandiera a scacchi, l’inglese è fuori dalla vettura, contento, raggiante, emozionato. Dalla cima della Torre adesso si ha tutta un’altra vista.

Onlysicily per eRace

Valerio Lo Muzzo

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