Satyricon – Gp Australia

DamienShrek Satyricon - Gp Australia

“Hey Daddy, look at this … an Italian Flag !!! ”
L’indice teso, seguito dallo scatto fulmineo  del braccio, indica un punto preciso neanche troppo lontano. Asia e Damien  lo sanno. Quei tre semplici colori, messi assieme  a Reggio Emilia oltre 200 anni  fa, hanno da sempre un effetto particolare su papà Luca  e mamma Rosangela. Italian guys from DownUnder.
Partiti per aver detto “Si” ad una multinazionale che aveva del lavoro all’ estero e che vedeva in loro la soluzione. La fredda e piovosa Irlanda prima, la calda Australia poi. Tre colori per una terra lontana, una nuova bandiera e parenti tenuti vicini dai social network. Il biglietto per vedere l’ Italia costa parecchio e stando a quanto dicono mamma e papà sarebbe un viaggio inutile. Non c’è più posto per loro in quella che i due chiameranno per sempre Patria. Neanche alla tribuna Brabham dell’ Albert Park c’è più posto. I biglietti omaggio della multinazionale che sponsorizza i rivali della McLaren sono arrivati puntuali e solo qualche nuvolone nero tenta di rovinare la festa.
” Who Cares ??? Start your engines !!!”
Rosangela e Asia non hanno mai ne visto ne sentito una F.1. dal vivo. Hanno visto qualche filmato su YouTube, sapevano che c’era un Gp dalle loro parti ma niente di più. Non hanno la benchè minima idea di cosa gli stia per capitare addosso. Le idee di Luca invece sono chiare. Ha volutamente dimenticato a casa i tappi per le orecchie …
Neanche Jarno Trulli sà cosa stia succedendo.  Pur di restare in F1 ha accettato di portare in pista un’ enorme punto interrogativo venuto dal passato, un marchio che più o meno tutti associano a quella splendida vettura nera con gli sponsor dorati guidata dal più grande di sempre. La Lotus di oggi, costruita in soli cinque mesi, mantiene i colori British ma ascolta l’inno malese. Tempi moderni …
Della scuderia inglese che per prima portò in pista soluzioni come il motore portante, il telaio monoscocca e l’effetto suolo non è rimasto praticamente nulla. Jarno ne è pienamente cosciente. Sà anche che non serve a niente annegare le sue disperazioni nel Montepulciano del 98. Rosso di spessore, quello. Nulla a che vedere con il viscido e sfuggente olio che non ne vuole sapere di girare dentro ai tubi della sua T127. Oggi indossa la tuta ignifuga per far contenti gli sponsor. La sua macchina non ne vuole sapere di partire, nemmeno dai box.

Proprio dai box parte, ben sapendo che non vedrà mai la bandiera a scacchi, l’altra Cenerentola del Circus. Interamente progettata al SuperComputer, senza mai aver visto uno straccio di galleria del vento, la Virgin si presenta con un serbatoio sottodimensionato che stando cosi non gli permetterà mai di vedere alcun traguardo. Lo stop è previsto una quindicina di giri prima della fine, ma si darà ovviamente colpa all’ impianto idraulico per l’eventuale ritiro. Cosa che puntualmente accade. Il pollice di Richard Branson scorre veloce sul suo Iphone 160 Giga loggato Virgin. Qualche attimo più tardi nella lontana Inghilterra qualcuno ha già sgombrato la scrivania e riempito lo scatolone degli effetti personali. IPhone, per ogni cosa c’è un APP.

Dopo elicotteri da guerra, aerei da guerra, camion con borracce alla cui lunga cannuccia sono attaccati magrissimi piloti e superaerei da trasporto in versione manifesto volante finalmente un paio di Rayban scuri ed un sorriso di plastica fanno il loro ingresso in Starting Grid. Il Comandante John Travolta sarà anche lieto di sventolare la bandiera a scacchi, ma ad Asia non gliene frega niente. Neanche il tempo di pubblicare sul suo profilo l’ AirbusA380 in sorvolo sul circuito che tocca prendere gli ombrelli.
“Piove, Governo Ladro !!!”
“what are u saying Daddy ?? !!”
” Well, Asia, in Italia si dice cosi quando piove. Da quanto ne so’ ultimamente anche quando c’è il sole”

In griglia tutti tolgono le termocoperte, tutti montano le intermedie. Le uniche ali di gabbiano presenti in pista si chiudono sotto a quello scroscio di inizio autunno, celando al mondo il sorriso del Campione del Mondo di Safety Car Bernd Maylander. Il 2009 è stato l’anno della sua consacrazione e qui in Australia la pioggia pare promettere bene. Il mix di pioggia, sabbia, cavalli e rookies è fonte certa di giri extra per lui e la sua nuova AMG.
“So …Here we go guys !!!”

” WHATTHEHELL ???!!!”
Un boato incredibile proviene da sinistra. Tutta la famiglia ha lo sguardo fisso all’orizzonte mentre i battiti del cuore si mescolano alle vibrazioni provenienti dall’aria lacerata dall’ urlo dei motori in rapido avvicinamento, un riflesso incondizionato fa salire le mani alle orecchie, gli occhi si sbarrano.
La macchina blu parte bene restando davanti a tutti, il tipo col casco giallo sulla macchina rossa fa una partenza da urlo e ne salta un paio, l’ altra macchina rossa sembra un hotdog tra due macchine grigie. Alla prima curva a destra Alonso viene toccato duro all’interno da un Button che nè lascia strada nè subisce danni. Mentre lo spagnolo si gira per vedere tutta la vita scorrere ai suoi fianchi,un paio di macchine travestite da Ape Maya svolazzano allegre sorpassando tutto quel che capita a tiro. I due piloti dell’Est Europeo indovinano la partenza dell’anno, saltando di posizione in posizione come laboriose api operaie.

Sotto la visiera scura il volto del Vecchio Campione Tedesco è ancora più scuro del solito.Un pensieroso Schumacher, unico pilota al mondo a correre su tracciati con curve e tribune a lui dedicati, si ritrova con le ali anteriori spezzate e inaugura tra mille scintille la corsia dei box. Da un paio di domeniche i telefoni di Corinna, Mike, Gina e di tutti i filippini della servitù sono irrangiungibili mentre le mail sembrano essere risucchiate da un buco nero telematico.
Qualcosa in Svizzera non và, ne è certo.

Quella che per due dei tre protagonisti del botto alla prima curva sembrava una montagna da scalare, complici Kobayashi e il suo alettone che vola via in pieno prima della staccata più dura, l’atavico istinto distruttore giapponese che colpisce come una katana assetata di sangue gli inconsapevoli Hulkemberg e Buemi e non ultima la sfiga portata da Bernd, un paio di curve più tardi assume i toni della collina.
Mentre il cartello S.C. fa la sua prima comparsa nel mondiale 2010, gli occhi atterriti di madre e figlia cercano lo sguardo di Papà.
Luca ride, ride dentro, ride di gusto. Che roba…tanta roba !!!

Gli ombrelli iniziano a chiudersi sulle tribune soldout mentre il nastro d’asfalto mette in evidenza giro dopo giro la traccia asciutta.  A soli sei giri dall’ inizio col botto, Jenson prende tutti in contropiede entrando in pit  da sesto  con le intermedie ed uscendone ultimo con le slick. La sua gara pare finita ancor prima di iniziare.Patina, gioca con l’acceleratore, scodinzola  in modo esagerato sulle pozzanghere di tutta la pitlane e oltre, perdendo per strada secondi e gradi preziosi. Al ritorno in pista l’asfalto improvvisamente diventa erba, il controsterzo diventa d’obbligo, la paura di aver fatto la boiata dell’ anno è concreta. Ultimo,  dietro a Chandhok e alla sua HRT.  Sulle tribune umide di lacrime e pioggia i pochi fan di Jenson cominciano a credere alle maldicenze riguardanti il loro beniamino. In fondo con la Virgin dell’ anno scorso persino Barrichello ha rischiato di diventare CampeaoDuMundo…
Neanche il tempo di ripiegare l’ombrello e il maxischermo dall’altra parte della pista diventa improvvisamente troppo piccolo per contenere tutte quelle macchine che all’unisono rientrano ai box per cambiare gomme. Lo stupore sul volto di Asia fà il paio con la carica emotiva del fratello Damien. In pitlane non ci sono abbastanza cameraman  per far capire ai più come siano riusciti i meccanici Ferrari e Renault a cambiare otto gomme su due macchine in poco più di dodici secondi. Roba da palati fini.
Il passerotto di Twitter porta fino all’ Italia un immediato “Unbelivable :D”, firmato Asia.
Quello che stà per diventare un Gp da Cineteca inizia adesso.
La rimonta rabbiosa di Alonso, la voglia di lottare di Schumacher, la cattiveria e la lucidità di Hamilton, l’imperioso Kubica, la grinta e gli svarioni di un mai domato Webber, la costanza di Vitantonio, la sabbia di Petrov,  le diciotto posizioni guadagnate in tre giri da Button. Tutto sembra contribuire a far diventare questo uno dei più bei Gp degli ultimi anni.
Li davanti Sebastian fa gara a sè fino al momento in cui il freno anteriore sinistro glielo permette. Dopo appena 25 giri le telecamere zoomano inquadrando la RedBull n. 5 insabbiata. La fine dei giochi coincide con l’inizio del giramento di balle tedesche. A poco servono le pacche sulle spalle di meccanici e ingegneri. 30 e passa punti persi per colpa dell’ affidabilità potrebbero essere determinanti e Seb lo sà.
Dopo una quarantina di giri le macchine sono ben spalmate lungo tutto il tracciato. Il frastuono è assordante, continuo. A vederli da dietro madre e figli sembrano saltati fuori da Shrek 3. I fazzoletti di carta infilati a forza nelle orecchie nel vano tentativo di placare l’inaudita pressione dei decibel strappano sorrisi e scatti fotografici a tutta la tribuna. Le comunicazioni tra madre e figli avvengono ormai a stretto giro di sms, mentre tutte le risorse del DaddyPhonino sono  assorbite dal LiveTiming versione Mobile.
La voce “Pit” si accende al fianco del nome Hamilton. “Come cavolo è possibile che Janson continui senza fermarsi ?? Farà 52 giri con le  morbide ??!! E i Ferraristi ?! Non si dovranno mica fermare anche loro ?! ” Stella Bruno avrebbe una risposta a tutte le sue domande, ma lo spavento preso dal simultaneo “check” di quattro pistole svitadadi al box Mercedes l’ha resa ancor più balbuziente del solito. Per ricollegarsi con lei bisognerà attendere il Gp Malese.

Quando mancano  una decina di giri alla fine, la furiosa rimonta di Hamilton si scontra con la Benedizione delle Palme in diretta da Piazza San Pietro. Le maledizioni di quanti avevano programmato il videoregistratore senza tener conto di questo salto di canale fanno il giro del mondo nello spazio di un “Amen”.
Le tornate che mancheranno nei vari supporti di registrazione italiani  saranno di quelli da far saltare in piedi la gente sulle poltrone.  Il trenino formato da Kubica, Massa, Alonso, Lewis, Mark e Nico si compatta giro dopo giro. A due giri dalla fine Lewis entra in scia all’ asturiano che difende l’interno curva con la Madre di tutte le staccate al limite costringendo cosi alla frenatona anche l’inglese che in quel momento era seguito come un’ ombra dal pilota di casa Webber. La tamponata che ne deriva lascia miracolosamente illesa la Spagna, mandando ad insabbiarsi Inghilterra e Australia. Le mani sui capelli in tribuna e in pit lane non si contano, i gestacci dei Ferraristi che vedono il pericolo allontanarsi in un’ orizzonte sempre più buio nemmeno.  Il tutto mentre Kaiser Schumi agguanta l’ultimo punto disponibile.

La bandiera a scacchi del plastificato John Travolta cala sulla scommessa vinta da Jenson, sulla concretezza del Polacco e su FeliCeMassa.

I motori si spengono mentre cala la sera su Melbourne. A Rosangela la città sembra improvvisamente muta, afona. Molto probabilmente è lei ad esser diventata sorda. Damien e Luca si scambiano un “High Five “mentre Asia mette in bacheca l’ultima foto della giornata. Chissà se il fratello in versione Shrek se la prenderà ? Ecchisenefrega ….

“DamienShrek :D” … upload !!!

Dedicato a Luca, alla sua splendida famiglia e a tutti gli Italiani nel Mondo.

by http://www.pierpaologelussiphotographer.com/

Share this content:

1 commento su “Satyricon – Gp Australia”

Lascia un commento