“Il giorno di Gilles”

00_gilles.thumbnail "Il giorno di Gilles"

Ci sono episodi che cambiano la storia e ci sono giorni che cambiano il destino. A Jarama il 29 aprile 1979, per esempio, cambiò il destino di Gilles Villeneuve. Quel giorno si corre il Gran Premio di Spagna, il quinto della stagione. I primi quattro sono stati vinti da due sole squadre: la Ligier-Gitanes e la Ferrari.
La vettura francese aveva trionfato in Argentina e Brasile, con un pilota minuscolo e velocissimo, Jacques Laffite, cognome da pirata e stazza da fantino, poi c’era stata la riscossa di Maranello con Gilles Villeneuve vittorioso a  Kyalami e fra i muretti di Long Beach.
Il circus della F1(qualcuno comincia a chiamarlo così) approdava finalmente in Europa, a Jarama, per il Gran Premio di Spagna, dopo una sospensione di tre settimane.
Gilles Villeneuve aveva vinto nel frattempo anche la Corsa dei Campioni, a Brands Hatch, una vittoria prestigiosa, ottenuta sulla carta contro avversari come Andretti e Niki Lauda, ma in pista chi gli aveva dato più filo da torcere era stato un giovanotto brasiliano, un certo Nelson Piquet.
Una vittoria, la terza consecutiva, che confermava Gilles  come il pretendente numero uno al titolo.
Alla vigilia il canadese guida la classifica con venti punti, due in più di Laffite, sette in più del suo compagno di squadra, Jody Schecketer, otto in più del suo ex-compagno di squadra Carlos Reutemann, passato alla Lotus. La prima sessione di prove conferma che la F1 sembra avere un nuovo padrone: Gilles Villeneuve stacca il miglior tempo, é l’unico a scendere sotto 1’15”. Dietro di lui si incolonnano: Scheckter, Laffite, Depailler, Andretti, Reutemann, Pironi, Arnoux, Jabouille e Lauda. I distacchi sono severi: Niki Lauda é a 1″6/10, un’enormità. Il sabato le cose si complicano. Fa freddo, il tempo é asciutto, la pista é sporca e tira vento.
Gilles non ha fortuna col traffico e quando esce la pista é più lenta, per uno di quei misteri dell’alchimia della F1 di ogni tempo. La prima fila diventa tutta blu: al termine delle prove Laffite precede Depailler.
Gilles si migliora di 40 milesimi, ma é solo terzo, al suo fianco Andretti, poi Lauda e Scheckter.
Si preannuncia una gara in salita, Gilles é contrariato, non appare sorridente come al solito, forse sente il peso della responsabilità.
Il giorno dopo, sulla griglia, sembra nervoso. Quando scatta il verde Gilles esita, Depailler “brucia” Laffite mentre la miglior partenza é di Reutemann che dalla quarta fila sopravanza tutti e, alla fine del primo giro, sorprende anche Villeneuve.
La Lotus dell’argentino conquista così il terzo posto, dietro alle velocissime Ligier che allungano.
Gilles, che di suo non é un attendista,  sa che non può lasciarle andare, sa che Reutemann rischia di fare il “tappo”, come si dice in gergo, e poi é furioso per una partenza “timida”, lontana dal suo stile tutto fuoco ed ancora di più non gli va giù il sorpasso del suo ex-caposquadra.
Per tutto il secondo ed il terzo passaggio Villeneuve é negli scarichi di Reutemann che si difende da uno, due , tre attacchi, alla fine la foga tradisce il canadese che va in testa-coda: lo sfilano Scheckter, Andretti, Lauda e Piquet  e quel che é peggio precipita a 20″ da Depailler.
Cerca di recuperare, combatte, spinge al massimo, ma é dura: dal leader della corsa perde 1″ al giro.
Qualcuno comincia a pensare che  la sua 312 T4 abbia qualche problema, che forse Gilles ha spiattellato le gomme, fatto sta che é imbottigliato e sorpassare a Jarama é quasi impossibile specialmente con le macchine ad effetto-suolo.
Quando si ferma Laffite sembra un segno di un destino benevolo: almeno il primato nella classifica del Mondiale é salvo. Dopo due terzi di una gara di grande sofferenza Gilles é nella scia di Didier Pironi, con la Tyrrell n°3 in lotta per il settimo posto. Didier Pironi. Pochi anni dopo sembrerà un segno del destino, ma quel giorno a Jarama sembra tutto normale.
La Ferrari di Gilles non riesce ad attaccare la Tyrrell del francese, ai box di Maranello nessuno decide, i giri passano. Ad un certo punto Villeneuve perde contatto, si pensa ad un attacco fallito, ad un momentaneo allungo del francese, invece il ritardo aumenta progressivamente: le gomme spiattellate nel testacoda a ruote bloccate del terzo giro ormai rendono la rossa Ferrari n° 12 inguidabile.
Gilles rientra ai box quando mancano solo diciassette giri alla fine, cambia le gomme, quando rientra in pista Pironi gli é davanti di oltre 35″, ma ora la T4 risponde alla grande e Gilles insegue da par suo. Recupera due secondi a giro anche al leader della corsa Depailler che amministra la gara, a tre giri dalla fine fa il giro record: 1:16:440, 1″e 6/10 più veloce del miglior avversario. Chiude settimo in scia a Pironi, e non conquista punti. Sottovoce qualcuno si chiede perché ai box abbiano esitato tanto a fermarlo per cambiare le gomme.
Errore ? Strategia ? Non c’erano ancora diavolerie come la radio a bordo e la telemetria, forse alla Ferrari hanno sottovalutato la situazione, o forse non l’hanno capita.
Ma dopo la deludente gara, si parla d’altro. Gilles non ha solo ammiratori nel grande circus e qualcuno rilancia il solito discorso: “non sa amministrare né la corsa, né la vettura…”, “…ha buttato via punti preziosi per la solita immaturità…”. Qualcuno sottolinea che l’attacco a Reutemann non aveva nessuna possibilità di riuscire, ancora non hanno capito che nel vocabolario di Gilles non c’é posto per qyuel termine definitivo.
La classifica del Mondiale lo vede ancora leader, stavolta assieme al dominatore di Jarama, Patrick Depailler, ma la classifica si é compressa, com’é inevitabile che sia quando i piloti ai primi due posti non prendono punti: Laffite é stato raggiunto da Reutemann, e Jody Scheckter, che ha corso in difesa, ora é a soli quattro punti dalla vetta.
Quindici giorni dopo, a Zolder (altro segno di un destino che si compirà tre anni dopo al Terlamenbocht ?) Gilles ha ancora sfortuna, mentre tutto va bene al suo compagno di squadra, che, da allora in poi, sarà anche il suo caposquadra.
Depailler si ferma quando é in testa, Scheckter vince, davanti a Laffite, e, assieme a Laffite conquista la prima posizione della classifica, dove sarebbe anche Gilles se la benzina non gli finisse quando é terzo a pochissimo dalla fine.
Non basta ancora: a Montecarlo Gilles va ancora in bianco e Scheckter vince di nuovo. Qualcuno intinge la penna nel veleno e si chiede chi potesse mai pensare di puntare al Mondiale con un pilota che per tre Gran Premi consecutivi resta a secco.
Tre Gran Premi, é vero, ma il “giorno di Gilles”, il giorno che truccò le carte del suo destino sportivo, nessuno me lo toglierà mai di mente, fu quel 29 aprile 1979, nel freddo sole di Jarama.
Dopo tre anni quasi esatti Gilles sarebbe diventato leggenda, senza aver avuto dal destino una seconda opportunità.

Francesco “Pedro59” Parigi (28/07/08)

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3 commenti su ““Il giorno di Gilles””

  1. Bellissimo articolo !
    Jarama 1979 rappresenta oltre al ricordo di Gilles, (a proposito, segno del destino forse è anche Jarama 1981?) un bellissimo tributo a Patrick Depailler che vinse in quell’occasione il secondo ed ultimo trionfo in F1. Il Primo Agosto tra l’altro ricorre l’anniversario della sua morte.

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