Poteva già essere finita la storia di questo 2012, ma non sarebbe stato corretto chiudere questa stagione ad una gara dal termine senza il brivido finale. Ci ha pensato così Lewis Hamilton a fare da giudice nella lotta al titolo che fino a Singapore riguardava anche lui. Adesso si andrà in Brasile per l’ultimo appuntamento stagionale con Vettel davanti ad Alonso di 13 punti. Noi ci fermeremo a 10, partendo da 0 come nostro solito. “Da 0 a 10”, capitolo 19: Austin.
VOTO 0 ALLA PENALITÀ DI MASSA
Una triste, tristissima manovra sportiva che non verrà dimenticata facilmente. Dopo Zeltweg 2002 e il famoso “Fernando is faster than you” in Ferrari hanno deciso di sacrificare Massa già sulla griglia di partenza. Un gesto servito comunque a poco visto il potenziale della rossa in gara.
EVITABILE
VOTO 1 ALL’AFFIDABILITÀ REDBULL
Continuano i problemi all’alternatore in casa RedBull, fortunatamente per loro sulla vettura di Webber. Dopo Valencia, Monza ed India i bibitari non sono riusciti a risolvere il problema alla radice, cosa che preoccupa un po’ all’alba dell’ultimo GP stagionale.
ALTO FRAGILE
VOTO 2 AL TEAM MERCEDES
Per la quinta volta consecutiva non coglie alcun punto nonostante il quinto tempo ottenuto da Schumacher al sabato. In gara il pilota tedesco scivola in pochi giri nelle retrovie a causa dell’inesistente grip della W03. Lo abbiamo già detto più volte: se in tre anni i problemi non vengono risolti allora c’è qualcosa di serio che non va, vedi l’inesistente week end di Rosberg anch’egli passeggero della propria auto. Forse Hamilton si è già pentito della scelta fatta.
INESISTENTE
VOTO 3 A PAUL DI RESTA
Un’altra gara flop che lo accompagna malinconicamente verso il fine stagione. Sarà deluso per la mancata “promozione” in un Top team, ma il Paul visto fino a settembre era davvero un altro pilota.
DEPRESSO
VOTO 4 AL RAPPORTO VETTEL-ALONSO
I due lottatori non si degnano di uno sguardo, perchè detto sinceramente non si amano più di tanto. A partire dal giovedì fino alla cerimonia del podio sembra di rivivere l’era glaciale. Chissà dopo San Paolo se riusciranno a degnarsi di uno sguardo.
GELIDO
VOTO 5 A KAMUI KOBAYASHI
Non chiude ultimo perchè Schumacher e Di Resta sono stati gli unici a passare per ben due volte dalla corsia box. Per il resto è un naufrago nel circuito di Austin, a differenza del compagno di squadra che chiude ai margini della zona punti.
MARINAIO
VOTO 6 A FERNANDO ALONSO
Forse a causa degli ultimi aggiornamenti non riesce a tenere il passo di Massa in qualifica, ma in gara il suo scatto vale tutto. Il resto è semplice amministrazione. Accoglie con piacere il ritiro di Webber che gli regala un podio insperato il giorno prima.
CREDENTE
VOTO 7 A FELIPE MASSA
La retrocessione “per gentile concessione” gli permette di levarsi qualche sassolino dalla scarpa dopo l’ottima prestazione messa in mostra sul nuovo circuito di Austin. In qualifica fa meglio del compagno, in gara il suo passo è superlativo, cosa che gli permette di chiudere ai margini del podio. “Non so quanti altri piloti avrebbero accettato la penalità” commenta a fine gara, ma il brasiliano conosce già la risposta.
RIGENERATO
VOTO 8 A SEBASTIAN VETTEL
Si adatta come nessun altro al nuovo circuito americano, rifilando già al venerdì distacchi superiori al secondo. Il suo vantaggio si riduce al sabato e la domenica si gioca la vittoria con Hamilton, resistendo finchè può agli attacchi dell’inglese. Chiude secondo, cosa che gli permette di andare in Brasile con un vantaggio di tredici punti.
CAMALEONTE
VOTO 9 AL CIRCUITO DI AUSTIN
Bello. A stelle e strisce come logica americana vuole. Il nuovo progetto di Tilke è davvero una perla di rara bellezza in una zona geografica non abituata a circuiti per le F1. Salite, discese e curve veloci rendono questo tracciato davvero entusiasmante a detta dei piloti e dei tifosi che hanno letteralmente invaso le tribune ed i prati.
MERAVIGLIOSO
VOTO 10 A LEWIS HAMILTON
Unico e solo a poter contrastare Vettel prima in qualifica e poi in gara. L’inglese è davvero in forma e dopo le delusioni di Singapore ed Abu Dhabi torna al successo nella terra dei cowboys. La McLaren, in assenza di problemi meccanici, è sempre al Top e lui la guida da Dio. Almeno fino al Brasile.
COWBOY
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