Il ricordo
La vita di ogni uomo è fatta da lacrime e sorrisi. Anche quella di Gonzalo “Gonchi” Rodriguez segue quest’equazione con milioni di sorrisi e una lacrima, purtroppo ineluttabile. Sono trascorsi già 10 anni dalla sua tragica scomparsa. Nessuno ha dimenticato quel tragico 11 settembre 1999, la famosa curva “cavatappi” di Laguna Seca, che ha trasformato in leggenda campioni come Alex Zanardi e Valentino Rossi, gli rese un destino tristemente diverso con la complicità di un muretto troppo vicino alla sede stradale. La sua Lola Mercedes del team Penske (forse per un guasto ai freni) arrivò troppo veloce in frenata puntando il muro protetto da una sola fila di gomme. La monoposto si cappottò nel campo sottostante a ruote all’aria. La scocca della monoposto sembrava aver retto all’urto ma la fortissima decelerazione spezzò l’osso del collo al pilota che non ebbe scampo. Stephen Olvey, il medico della Cart (lo stesso che salvò la vita a Zanardi), descrive con amarezza quel giorno nella sua autobiografia:” Roger Penske, molto scosso, mi pregò di dare la notizia alla famiglia. Per Gonchi il manager dell’Ohio aveva grandi progetti, era rimasto colpito dal suo talento ma anche dall’insolita, per l’ambiente, umiltà. Progetti che era pronto a rimandare in caso di una chiamata dalla Formula 1”. Gonzalo aveva corso col team americano solo la gara di Detroit ma era entrato immediatamente nel cuore dei meccanici e del facoltoso team owner, che mise ha disposizione il proprio aereo personale per riportare la salma in Uruguay. Le due stagioni successive alla scomparsa l’uruguaiano fu considerato pilota del team. La sua perdita colpì un intero paese. Gonzalo era il personaggio sportivo più famoso. Parole di cordoglio furono espresse dal presidente della Repubblica che proclamò il lutto nazionale, dal sindaco di Montevideo e dall’amministratore delegato della società petrolifera nazionale ANCAP che lo supportava nella carriera. Il Penarol, la sua squadra di calcio del cuore, giocò con il lutto al braccio. A distanza di tutti questi anni le lacrime lasciano il campo al ricordo dei sorrisi del campione sudamericano. Quest’anno in Uruguay per ricordarlo saranno organizzate partite di calcio, un GP sull’autodromo di El Pinar, un timbro postale celebrativo, un premio speciale e in suo onore saranno intitolate strade e piazze. Il tutto all’insegna dello slogan della manifestazione “Segui i tuoi sogni”. La sorella Maria Fernanda lo ricorda come una persona eccezionale, generosa, allegra, onesta, leale, tenace, sincera e positiva, valori che vivono con l’attività della FGR ( Fundacion Gonzalo Rodriguez), che si occupa di aiutare i bambini uruguaiani nell’ambito scolastico, sociale e sportivo. La Fondazione ogni anno assegna un premio il WAA (winning attitudes award) ai migliori piloti e team manager della GP2. L’anno scorso il prestigioso riconoscimento è andato al nostro Giorgio Pantano. Quest’anno il premio sarà nominato “Gonzalo Rodriguez 10 years” e verrà assegnato il 10 settembre a Monza.
la carriera
Gonzalo nacque il 22 gennaio 1971. La sua carriera iniziò a 14 anni con i kart, spinto dal padre Jorge, ex pilota turismo. Divenne presto campione nazionale e poi a 16 anni anche campione sudamericano. Nel 1989 partecipò ai mondiali di kart a Valence in Francia segnando il record del circuito. Dopo aver vinto i campionati nazionali di Formula Renault del suo paese, nel 1992 emigrò in Europa col sogno della Formula 1. Gonzalo scelse la Spagna e il suo campionato di Formula Ford che concluse al secondo posto mettendosi dietro un certo Marc Gene. Per i due anni seguenti si dedicò con risultati incoraggianti alla Formula Renault spagnola ed a quella inglese. Il salto di qualità avvenne nel 1995, Gonzalo si accordò con l’Alan Docking Racing per correre nella Formula 3 inglese. La monoposto era una Reynard motorizzata dal poco competitivo motore Mitsubishi. Nonostante un pacchetto non al top si affermò come miglior rookie dell’anno con diversi piazzamenti a podio e una vittoria a Silverstone. Curioso l’aneddoto della piuma: uno dei meccanici del team inglese gli chiese se lui proveniente dall’Uruguay fosse un indiano? Gonzalo rispose con una grossa risata e subito si fece dipingere una piuma sul casco! Nel 1996 si cimentò nel campionato di F2 inglese (disputato con le Reynard vecchie di un anno della serie europea), con il team Edenbrigde. Doveva essere un anno di apprendistato, invece si tolse molte soddisfazioni cogliendo 4 podi. Per tutti diventò “Speedy Gonzales” e l’adesivo del noto cartoon spuntò sul suo casco. L’anno successivo gareggiò nella serie europea di Formula 3000 col il team Redman & Bright, miglior risultato un sesto posto in un bagnatissimo GP del Nurburgring. Nel 1998 Gonzalo cambiò squadra passando al competitivo team Astromega. Il feeling instaurato con la formazione belga e il suo proprietario Mikke Van Hool fu immediato. Il manager belga ricorda il primo giorno di test a Silverstone: “Gonzalo nonostante la pista umida affrontava la Copse “flat out” (in pieno), risultando il più veloce della giornata. Avevamo capito di avere un campione in casa!”. I risultati, non tardarono ad arrivare in una stagione tutta in crescendo. Restano nella memoria la vittoria di Spa e del Nurburgring, ultima gara dell’anno. La classifica finale vedrà Juan Pablo Montoya vincitore, Nick Heidfield secondo e Gonzalo terzo, rivelazione dell’anno. Il telefono nella sede dell’Astromega cominciò a squillare: i team manager della Formula 1 chiedevano di Gonzalo. Anche l’America da corsa notò il talento dell’uruguaiano. Roger Penske, già sponsor dell’Astromega con il marchio Detroit Diesel, colse la segnalazione dell’amico Brian Redman, invitando Gonzalo e Mikke Van Hool negli USA. Manager e pilota tornarono con un contratto per correre un paio di gare in Cart e l’opzione per la stagione successiva, Formula 1 permettendo. L’annata 1999 in Formula 3000 cominciò benissimo. Alla seconda gara, Gonzalo vinse, anzi stravinse sul circuito di Montecarlo. La Lola Astromega danzò tra i cordoli del principato di Monaco regalando una gioia incontenibile al team e a tutti i suoi fans uruguaiani. La vittoria ebbe un vastissimo eco mediatico nel suo paese. Gonzalo ormai era un eroe nazionale. La stagione di corse, però, non fu costante. Problemi tecnici lo costrinsero al ritiro in un paio di gare ma riuscì, comunque, a cogliere altri due bei secondi posti, di cui uno a Spa (la sua pista preferita), alla penultima gara dell’anno. Ma era già tempo di esordire in Formula Cart, sul cittadino di Detroit colse subito un punto. Infine quel maledetto “cavatappi” lo rapì dalle corse terrestri per portarlo a quelle celesti. Resta di lui il sorriso “maggico” come direbbe il Mandrake del film “Febbre da cavallo”. Sorriso che non si spegnerà mai.
Angelo Sardo
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Bravo, veramente bel pezzo. Non sono in molti quelli che, presi dalla frenesia del GP di Monza, si sono ricordati della scomparsa del povero Gonzalo. 😉
Mi accodo:wink:
Complimenti Angelo. Il 1999 una stagione da dimenticare per Penske. Gonzalo, la morte a Fontana di Greg Moore che aveva firmato per il 2000, Alex Barron anche lui sulla n°3 anche lui infortunatosi…