Essere figlio di un campione del mondo non aiuta, essere considerato un predestinato non ti rende facili le cose, stare sulla bocca di tutti per il talento cristallino che Dio ti ha donato anni fa è incredibilmente difficile. Nel 2006 quando entrò a far parte di uno dei team più prestigiosi del circus, la Williams, ha sempre pensato positivo, ha sempre parlato poco e ha sempre avuto in mente, come ora, quella vettura che lo ha portato ad ottimi risultati e ha presentarsi al tanto ostico ed imperdonabile mondo del circus. Ha dimostrato di saperci fare nell’anno del debutto e ha saputo conquistare la fiducia da parte di coloro che lo consideravano solamente un lattante dal piede leggero e con la mente vagante in un altro spazio della terra. Arriva il 2007, arriva la Toyota, arriva un compagno dalla simpatia contagiosa e dal piede pesante come se fosse un asteroide. Ma lui, nonostante la pressione, non molla, non si sfiducia, si cala nella parte di quello che deve convincere, che non vuole perdere il filo al momento giusto. Infatti demolisce Wurz, sa dimostrarsi freddo anche quando non serve, dimostra di saper gestire il suo piede anche quando serve spingere, nonostante ciò non ha neanche oltrepassato i 25 anni ed ha dimostrato doti di maturità che solamente un Alonso, uno Schumacher o un Hamilton possono avere. Se non avete intuito di chi io stia parlando allora vi rinfresco la vostra “malata” mente, assetata di motosport all’infinito. Colui è Nico Rosberg, gentile con le vetture come se avesse intorno a lui una bella donna dal volto angelico e dai movimenti sensuali. Doveva passare nella grintosa Mclaren ed invece ha preferito la modesta Williams perchè sa che se vuole arrivare ad un obiettivo, bisogna saperci fare fino in fondo e senza affrettare un percorso che avrà vita lunga e che sarà arricchita da tanti successi e momenti di gloria.
Stefano Chinappi
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