HUNGARORING 01.08.2010 Gira la ruota e gira la classifica. Gira tutto bene per Mark Webber, nel giorno della sua quarta vittoria stagionale, nel giorno in cui riconquista la vetta dalla classifica iridata. E pensare che il dominio di Vettel sembrava imbarazzante e d’altronde lo è stato, almeno in parte. Per il tedesco la ruota gira al contrario, perchè un gesto d’aiuto a volte torna indietro come un boomerang e può rivelarsi letale. Capita quindi che per aiutare il proprio compagno di squadra si finisce col penalizzare se stessi, magari senza capirlo, o perchè qualcuno al muretto non conosce nel dettaglio il regolamento.
ALTALENA Si è così aperta la strada al secondo posto di Alonso e al rilancio della Ferrari che dopo la prestazione in terra tedesca è più forte e convinta dei propri mezzi. Chi, invece, del proprio mezzo sembra debba preoccuparsi per il futuro è la McLaren. La casa di Woking esce dal week-end ungherese con le ossa rotte. Il carismatico Hamilton ha sì perso la testa della classifica, ma non la calma. “Queste sono le corse, dobbiamo lavorare per recuperare”, come a dire, siamo indietro ma insieme ce la faremo. Parole da leader. Confortanti perchè le frecce d’argento hanno speso i loro bonus nel fine primavera inizio estate, e la loro ruota al momento gira verso il basso.
SC A proposito di ruote vaganti, quanto visto in pita lane è stato uno spettacolo da circo. I meccanici Mercedes commettono un errore nell’avvitare la posteriore sinistra di Rosberg, la quale si stacca immediatamente dal mozzo e rimbalza pericolosamente in pit lane. Un meccanico Williams ne fa le spese con una costola fratturata, mentre il tedesco si ferma sul finire della pit.
Nello stesso istante in casa Renault la commettono grossa. Il lecca-lecca giallo-nero si alza proprio mentre sopraggiunge Sutil ed il crash è inevitabile. Ad ogni modo Kubica riesce a proseguire la propria gara, seppur, dopo uno stop&go di penalità è costretto al ritiro.
Sembra essere una punizione il regime di sicurezza, e la parola sicurezza viene meno ogni qual volta la vettura guidata da Maylander scende in pista. Pur di non perdere l’attimo giusto Sebastian Vettel entra in pit-lane saltando il cordolo che delimita quest’ultima dalla pista. Poi il tedesco lascia andare Webber quando ls safety-car abbandona la pista, quindi la penalità e la frustazione.
DUELLO Non c’è pace per il “biondo mervaglia”. Al 32esimo giro Sebastian sconta il drive-trough gesticolando come a dire, spiegatemi perchè. Intanto Alonso è secondo, e Webber vola con gomme morbide. L’australiano guadagna tanto, al punto di mantenere la testa della corsa anche dopo il cambio gomme. Intanto Vettel attacca Alonso e lo farà per trenta giri senza successo. Chi, invece, ha successo è Rubens Barrichello. Il brasiliano percorre ben 56 giri con gomme dure, per poi dare il meglio con le morbide. Al momento del pit-stop Rubens è quinto, al suo rientro è undicesimo alle spalle del rivale di vecchia data Schumacher. La superiorità dettata dalle gomme è evidente, ma il sette volte campione del mondo non demorde. Dopo cinque giri al limite, il brasiliano esce dall’ultima curva e sul rettifilo attacca Schumacher che cerca di difendere l’interno. La carreggiata si stringe come un imbuto e Barrichello è un sandwicth tra la grigia mercedes e il muretto. Michael stringe troppo, ma Rusbens riesce a spuntarla. Il tempo passa, ma la ruota gira. Anche per Barrichello.
Valerio Lo Muzzo
Classifiche iridate: Piloti: Costruttori: 1. Webber 161 1. Red Bull-Renault 312 2. Hamilton 157 2. McLaren-Mercedes 304 3. Vettel 151 3. Ferrari 238 4. Button 147 4. Mercedes 132 5. Alonso 141 5. Renault 106 6. Massa 97 6. Force India-Mercedes 47 7. Rosberg 94 7. Williams-Cosworth 40 8. Kubica 89 8. Sauber-Ferrari 23 9. Schumacher 38 9. Toro Rosso-Ferrari 10 10. Sutil 35 11. Barrichello 30 12. Petrov 17 13. Kobayashi 17 14. Liuzzi 12 15. Hulkenberg 10 16. Buemi 7 17. De la Rosa 6 18. Alguersuari 3
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