Indycar- A Lexington vince Briscoe, Dixon si conferma “Professore”

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“E’ stata una gara molto interessante”. Una breve dichiarazione, dal contenuto quasi ovvio e scontato, cosi’ come il tenore delle parole utilizzate. Nella forma. Nella sostanza però si rivelano cariche  di un valore particolare. A pronunciarle è stato Ryan Briscoe, il vincitore della gara di Lexington, di fronte alle frotte di giornalisti accorsi per l’occasione, nello spazio adibito alla premiazione del trionfatore dell’evento del Mid-Ohio.

“Ci siamo sentiti sicuri quando siamo stati con le gomme da asciutto  senza perdere ulterioreterreno. Mi sono detto “E’ un bel passo avanti, se vinco oggi sarà magnifico”.  Quali i motivi della scelta?  La decisione di richiamare Briscoe, è arrivata  a seguito di un temporale che si è abbattuto nella zona prima del via della gara. Molte squadre hanno iniziato la corsa con gomme da bagnato, come Ryan, ma Penske ha deciso di dare una svolta al destino della vettura numero 6  montando i pneumatici da asciutto.”Con Roger Penske ci siamo parlati, con questa strategia avevamo l’opportunità di prendere la testa della gara. La mia personale esperienza al fianco di Roger mi ha insegnato una cosa:  quando ti trovi in difficoltà per via di alcune mosse sbagliate di altri o mie, e indietreggi nelle posizioni, la cosa migliore è ascoltare quello che dice. Lui decide la strategia, e riesce sempre la maniera di chiamare i piloti ai box al momento giusto per rendere redditizio il pit in termini di classifica. Per il resto siamo stati bravi ad avere la vettura più competitiva di tutti e spingere al massimo delle nostre  potenzialità”. Quel che invece oggi non hanno fatto nel team Andretti, con ben quattro piloti delusi dalla loro gara.  In particolare Kanaan che sembrava dover essere un protagonista indiscusso per tutto l’arco del week-end dopo le ottime prestazioni venerdi’, e Marco Andretti che ancora una volta, stavolta suo malgrado, è coinvolto in un incidente che fa calare il sipario sulla sua gara. “E’ andato tutto per il verso sbagliato e non c’è stato modo di poter competere  ad alti livelli per il team 7-Eleven. Dobbiamo assolutamente fare il punto della situazione dopo questa gara perchè non siamo stati in grado di ottimizzare al meglio le nostre potenzialità. Quel che posso dire oggi è che da domani lavoreremo a testa bassa per colmare le lacune di oggi e capire perchè c’è stata una disfatta tale”- le parole del  pilota leader della scuderia, non solo a livello carismatico ma anche prestazionale, Kanaan. Che comunque prende il terzo posto della classifica a discapito di uno sfortunato Dan Wheldon coinvolto in un incidente multiplo con co-protagonista proprio Marco Andretti. Il figlio di Michael ci racconta la sua versione dei fatti in merito, e stavolta non possiamo, come invece a Nashville, addebitare le colpe al giovane pilota. “Ho visto tanto fumo davanti a me e mi immaginavo quel che poi è realmente successo, cioè un contatto con tanto di testacoda di qualche pilota. Non sapevo che direzione imboccare, perchè non ero a conoscenza della loro posizione e sfortunatamente la mia Dallara ha preso in pieno Justin. Innanzitutto voglio fare anche mea culpa, perchè se non avessi fatto quell’errore di girarmi nelle fasi iniziali della gara, non mi sarei trovato invischiato li’ in mezzo e non avrei fatto terminare prematuramente la gara mia di Justin, di Dan e Aj Foyt IV. L’asfalto non ci ha permesso di  avere molto grip sull’anteriore come durante sabato, e non avevamo ancora risolto i problemi poco prima del contatto. Non siamo riusciti ad inquadrare la gara. Peccato”.

Delusione anche per Danica Patrick, addirittura lottava per le ultimissime posizioni, e per Hideki Mutoh che si è trovato in difficoltà non solo qui ma anche a Watkins Glen, un tracciato dalle caratteristiche altimetriche simili. “Kyle Moyer ha adottato una bella tattica strategica oggi. Mi aveva richiamato ai box molto presto per imbarcare carburante e risalire molte posizioni. Dopo quell’incidente (di G.Rahal) pensavamo “E’ fatta, ora entra la pace-car e raddriziamo la gara visto che siamo quasi ultimi”. Invece non c’è stata bandiera gialla, e ho dovuto conservare carburante per l’ultimo stint di gara. Sono stata brava a riguadagnare alcune posizioni verso la fine e prendere qualche punto in più”- le parole di Danica. Per Mutoh invece una delusione maggiore, visto poi come invece era iniziata sotto buoni auspici la corsa. “All’inizio tenevamo bene, avevamo credo, una delle migliori vetture del lotto nel primo sting, ma da metà gara in poi ho sforzato troppo la vettura in condizioni di sottosterzo e non riuscivo più a fare una gara d’attacco. La nostra strategia dai box poi non ha funzionato, ed alla fin fine oggi abbiamo imparato noi della AGR una lezione, anche se non sappiamo ancora bene quali sono i motivi di questo incidente di percorso. Speriamo ora in Edmonton”.

Per Penske è stata doppietta. Dietro Ryan, alla sua seconda vittoria in carriera (anche stagionale) questa è la quinta volta nel 2008 che Helio giunge secondo. Rafforza il suo primato di potenziale vice-campione del 2008, ma c’è qualcosa di più: ora sono soltanto cinquantotto punti di distacco da Dixon, in pratica quasi gli stessi punti che vengono assegnati al vincitore di una corsa singola. “All’inizio il tracciato era bagnato e umido, ed era difficile compiere sorpassi. Ne abbiamo provate di tutte con i ragazzi ai box per fare del nostro meglio.Verso il quarantesimo giro, mi  trovavo ancora bloccato dietro piloti che viaggiavano su strategie differenti. Non c’era tanto che potessi fare nonostante questo, e ho provato una strategia rischiosa che in altre condizioni non avrei esitato a definire “insensata”. Quali le condizioni particolari? Bè c’è in gioco un titolo e Scott si trovava dietro di me. Ho pensato “Meglio provare questa di via che altre, ho più possibilità di  essere alla fine ripagato”. Ryan invece ha fatto una splendida gara, Roger è stato il primo a complimentarsi con lui. Per molta parte della stagione è stato messo in cattiva luce da eventi spiacevoli che hanno condizionato il suo rendimento, ed ora è arrivato il suo secondo sigillo”.

Scott Dixon appunto, il primo rivale di Helio. Questi ormai i due contendenti al titolo 2008. Scott Dixon non vince da Nashville, la gara precedente. Non sembrerebbe un dramma. Però un piccolo particolare: il neozelandese non riesce più a dominare le gare come gli riusciva fino a qualche gara fa. A Nashville si, ha vinto, però la gara è stata interrotta a trenta tornate dalla fine per pioggia, e poi la gioia dei cinquanta punti, è arrivata insperata, preceduta da  foschi presagi (e non solo dal cielo)  e  pensieri sconfortanti per la delusione accertata di non potercela fare in condizioni “normali”. Nelle tre gare precedenti il pilota Ganassi non ha lasciato il segno neanche nelle statistiche relative “alla quantità di giri al comando”. A Watkins poi erano arrivati i definitivi segnali di una crisi prima  soltanto accennata e abbozzata (e sperata da parte degli avversari). Reale rilassamento, oppure volontà di amministrareun campionato che ormai sembra proprio a portata di mano? Castroneves non avrà mai vinto una gara, eppure è secondo. Dixon a Richmond e Iowa, ed anche Mid-Ohio, ha preso punti importanti e posizionamenti nelle zone alte, anzi altissime, eppure non è risultato incisivo ed efficace come al solito. Il morso della vipera si è trasformato in una esperta quanto lungimirante formica. Perchè la prima lezione che impara il pilota sulla propria pelle, ed elemento  che conta più di tutto nella Indycar, è fare punti. Ottenere piazzamenti essenziali, e questi hanno un peso non relativo ma essenziale, non soggettivo ma oggettivo: perchè tanti podii o “entries” nella Top Five valgono  quanto e più di una semplice vittoria. Questo per via del convulso quanto anche non meritocratico sistema di punteggio adottato oltreoceano. Terzo posto dunque per il pilota dalla vettura numero 9. “Non è stata una gara da buttare. La nostra vettura era prestante sul bagnato e sull’asciutto. Era difficile  scommettere sul quando cambiare i pneumatici, ed abbiamo seguito le mosse di Helio. L’importante è che siamo arrivati i punti. Siamo partiti sesti, credevamo di avere la vettura vincente, ma oggi è stata davvero strana la cara. Non abbiamo preso il ritmo giusto: gli altri sapevano cosa fare al momento opportuno, e conoscevano le mosse degli avversari, noi non siamo riusciti ad anticipare le mosse di chi ci precedeva. Al momento del pit stop avevo tentato di passare Helio ma è andata diversamente. E’ frustrante ma abbiamo perso solo cinque punti tuttosommato. Conta questo”.

Un risultato notevole segna anche  il destino anche di Will Power, che riesce ad imporsi per la prima volta nella Top Fived in una gara Indycar, con il suo quarto posto. Per la KV Racing è festa doppia, visto anche l’ottimo rendimento dell’altro pilota, più costante a dire la verità dell’australiano quest’anno, Oriol Servià. Il miglior risultato dell’Aussie prima di domenica era stato l’ottavo posto di St Petersburg, posizionamento agguantato nonostante una gara difficile che aveva visto precipitare la vettura giallo-verde dalle posizioni di testa a metà classifica. Power non aveva a disposizione per il suo debutto nel Mid-Ohio una vettura per poter competere ad alti livelli. Questo è stato il responso dato dalle giornate di libere. Invece in gara è andata diversamente, anche grazie alla solerzia e sacrifici degli uomini della KV Aussie Vineyars. Il pilota nato a Toowoomba, nel Queensland, si qualifica dodicesimo, ultimo della seconda sessione, e ad inizio gara è abile nel guadagnare velocemente molte posizioni. Anche il pit stop lo aiuta perchè già al secondo giro monta le gomme da asciutto. Power addirittura prende il comando del gruppo al cinquantasettesimo giro per tre tornate in tutto, e quando rientra in gioco dopo l’ultima sosta, è quarto conservando la posizione che aveva ottenuto, e mantenuto per lungo tempo, anche in precedenza. “Sono veramente contento per il team. Questo era un tracciato assolutamente nuovo per me. Siamo migliorati nel corso del progredire della corsa, ma il lavoro fatto nel week.end è stato a dir poco straordinario. Abbiamo fatto la scelta giusta per le gomme, e la nostra strategia anche ci ha premiati. Abbiamo anche incrementato la nostra  esperienza su cosa vuol dire essere davanti al gruppo: come comportarsi, in fase d’attacco e di difesa, la maggiore pressione che si prova nel prendere decisioni importanti dai box che possono far sfumare tutto quel che di buono è stato fatto, i doppiaggi, la freddezza del pilota. Sono davvero contento e spero di ripetermi ad Edmonton”.

Quali sono stati i momenti salienti della corsa? Al primo giro accadono  tre eventi importanti: Dixon supera Kanaan, mentre dietro Servia e Junqueira superano Rice. E’ comunque davanti che accade l’evento più significativo: Wilson appare in giornata e non solo si impone su Andretti, ma approfitta di un errore sull’erba di Briscoe per attaccarlo. Nel frattempo anche  Dixon  stesso sembra non voler lasciar andare i piloti davanti e supera  a sua volta lo stesso Marco. Al secondo giro Wilson mette davanti la sua NHL, dietro la Ganassi di Dixon è minacciosa, ma anche Wheldon tenta di recuperare il terreno perduto viste le pessime qualifiche. Nelle posizioni di testa il terzetto Wilson- Briscoe- Dixon è distanziato di quasi un secondo da Castroneves. Staccati di pochi decimi Andretti, che si difende dagli attacchi pressanti di Kanaan, poi Rice che si avventa come un falco su Servià. Giro 3: Dixon inizia a seguire la Dallara rosso-gialla dopo essersi sbarazzato di Ryan Briscoe in evidente difficoltà con le gomme da bagnato. Questi viene scalzato anche da Andretti, che dopo un primo non tanto velato attacco, costringe il pilota australiano ad allargare all’esterno sulla terra. Cosi’ anche Kanaan sopravviene minaccioso sulla sua Penske. Nei due giri successivi, Moraes esce sull’erba, mentre Power è ai box per cambiare gomme (la strategia lo premierà a lungo termine). E’ il primo a fermarsi assieme a Briscoe, poi seguono tutti gli altri mentre Wilson si porta in testa superando piuttosto agevolmente Castroneves. Tutti i piloti che guidano il gruppo si fermano anche loro: al rientro il brasiliano della Penske si riprende il comando, mentre la NHL di Justin è attardata anche rispetto a Dixon che cosi’ guadagna una seconda piazza. Non è finita: all’uscita della pitlane, dopo la linea gialla, la vettura 02 compie un dritto e va lungo sull’erba, perdendo cosi’ le potenziali prime posizioni, ed ora la sua gara si complica improvvisamente. Andretti nel frattempo approfitta dei pneumatici non in temperatura di Dixon (aveva fatto la sosta in precedenza assieme a Kanaan) per rendergli il maltolto di appena due tornate prima. Dopo aver preso meticolosamente la scia, stacca all’ultimo prima di impostare una curva a destra. Fino alla decima tornata, si notano Kanaan in quarta piazza, poi in quinta un sorprendente Rahal, mentre risalgono decisamente anche Meira e Manning. Will Power si ritrova in terza posizione, mentre Andretti riesce ad imporsi anche su Castroneves. L’evento di maggiore risalto tuttavia è la prima caution, segnalata a seguito di bandiere gialle sventolate in occasione del contatto  tra Bernoldi ed Hunter Reay. Poco prima Dominguez aveva commesso lo stesso errore di Wilson ma in un punto del circuito diverso dove c’è la sabbia. Aveva ritardato la frenata in un duello con quel che risulterà il vincitore della corsa. La gara è rivoluzionata dopo le soste ed ora è Meira davanti a tutti, dietro Manning poi Power seguono distanziati di circa mezzo decimo l’uno dall’altro. Alla ripartenza al ventunesimo giro il pilota della Pacific Coast Motorsport ha un cedimento meccanico e perde inconsapevolmente l’alettone posteriore sul rettilineo, e dopo vari testacoda finisce a bordo pista dove viene aiutato da una gru a riprendere l’ asfalto della pista. Nuova pace-car e seconda caution. Il messicano si dirige ai box per operare il cambio ma sorgono complicazioni ulteriori una volta giuntovi. Nello stesso frangente molti piloti si fermano per imbarcare altro etanolo e Foyt IV si ritira in quest’occasione. Per questioni di millesimi di secondo Power al fotofinish esce per primo, con Helio di poco dietro. Poco dopo il passaggio del duo KV-Penske, è la volta di Dixon e Meira che passano a braccetto sulla linea di demarcazione. Poi Manning, Andretti e Kanaan. Davanti però ci sono i piloti che non si sono fermati: Wilson, Wheldon, Briscoe e Moraes tra i nomi più importanti che questa gara abbia annoverato. Al trentatreesimo giro c’è la ripartenza con Wilson che riesce a prendere il largo, situazioni insperata dopo quell’errore ad inizio gara. Dietro Power e Castroneves sono scatenati per recuperare le posizioni spettantegli. Patrick è fra le loro vittime, e si mostra in difficoltà neanche troppo latente perchè viene sfilata da molte vetture. Andretti commette un errore madornale, anche lui dopo aver superato molti piloti, ed è relegato a bordo pista. Deve far sfilare chi precede prima di poter ripartire. Hunter Reay tenta di sdoppiarsi da Wheldon, Camara rallenta il passo della rimonta della vettura KV giallo-verde: dopotutto la sua Conquest è in quinta posizione e ha tutti i diritti di difendere con le unghie e con i denti questo risultato prezioso. Al trentotesimo giro Milka Duno, che non ha digerito per tutto il fine settimana il circuito, fa entrare la terza pace-car della giornata. Il motivo è un ennesimo testacoda , per colpa del quale rimane in mezzo alla pista in una posizione pericolosa. Wilson perde i molti secondi di vantaggio su chi seguiva, Wheldon entra ai box per un rifornimento carburante senza cambio gomme. Poco prima della pace car Mutoh compie un bel sorpasso su Viso all’esterno in curva e poco dietro Junqueira riguadagna una posizione ai danni di Rice. Poi Wilson entra ai box, seguito da Wheldon che suo malgrado deve rientrarci la seconda volta nell’arco di due tornate appunto. Questa volta è un rifornimento carburante.

La ripartenza viene data al quarantatreesimo giro e proprio i piloti di cui sopra, in mezzo al gruppo,  sono coinvolti in  incidente dalle vaste proporzioni senza conseguenze fisiche per nessuno : essi sono Wilson, Wheldon Andretti e Aj F IV . Il contatto avviene prima del rettilineo dello start nella chicane che vi ci immette. I piloti  fanno cenno ai commissari di essere rimessi in pista, ognuno spinge al che questo accada prima che vengano favoriti gli altri concorrenti,  ma non c’è nulla da fare per Aj Foyt ed Andretti. Quale la dinamica dell’evento? Wilson nel tentativo di passare Dominguez all’esterno in curva si gira per un contatto gomma a gomma, nel mezzo della pista. Dietro rallentano,  Wheldon ed Aj Foyt IV tentano di passare indenni spostandosi l’uno verso destra (finirà nell’erba) l’altro a sinistra. Stessa sorte comune però. Da dietro arriva Marco  con la  visuale coperta ed impatta la vettura NHL da dietro. Questa a sua volta viene spinta verso avanti, e la Vision bianco-rossa di Foyt IV   disintegra non solo l’alettone anteriore  ma tutto il blocco sospensioni anteriori .

Al comando c’è ora Briscoe, con  Moraes Power,  ed ancora più dietro Castron e Dixon quarto  l’uno e quinto l’altro . Wilson e WHeldon riescono bene o male a riprendere la pista dopo una forzata sosta ai box. Per il campione IRL 2005 è la quinta complessiva in gara.

Dopo la quarta ripartenza le posizioni si stabilizzano e Kanaan ingaggia una bella lotta a suon di giri veloci (personali) con Manning per la ottava posizione. A trentatrè giri dalla fine Rahal, che seguiva i due e che indossava un casco celebrativo della carriera cinematografica di Paul Newman  impatta violentemente contro le barriere. La pace car non esce ma Patrick, ultima a fondo gruppo ne approfitta per andare ai box in previsione di una tattica che le può potenzialmente far guadagnare molte posizioni, sempre nel caso esca la pace car. Rahal riprende comunque la pista, ed anche Castroneves e poi  Kanaan vanno ai box per il l’ultimo loro rifornimento, seguendo la tattica di Danica.

A circa trenta tornate dal termine Briscoe e Dixon seguono la tattica dei due brasiliani  anche loro riforniscono per l’ultima volta. Power ingaggia una lotta con Moraes per la prima posizione ma questi anche si ferma in pitlane. Roth esce di scena . Power si accoda alla tattica ormai diffusa tra i piloti di testa  . Junqueira prende cosi’ la seconda posizione. Dal venticinquesimo al ventitreesimo giro Dixon è impegnato in una lotta triplice con Hunter Reay, Meira e Servia  che escono dai box e danno vita ad uno dei momenti più emozionanti della corsa  dandosi battaglia l’un l’altro. Moraes risulta essere fuori gioco nel tentativo di passare Manning ed è cosi’ che si è nuovamente in caution.  Poco prima dell’uscita della Dale Coyne numero 19, Dixon superava Power per la quarta posizione con una frenata al limite con un quasi contatto.

Dopo la quinta ripartenza , verso la ventesima tornata dalla fine della gara,  Briscoe prende il largo. Al settantesimo giro Kanaan riesce a superare Manning dopo una trentina e più di tornate. Si porta subito a ridosso di Meira. Il sogno di Junqueira di agguantare la seconda posizione termina a nove giri dal termine quando ai box gli comunicano di dover fare lo splash and go finale. Questo apre le porte alla possibile doppietta Penske,  Dixon permettendo. Negli ultimi giri sono il  duello Wilson- Patrick, valido per la dodicesima posizione , e quello interno al team KV per la quarta  e quinta posizione ad infiammare gli animi dei fans in tribuna e davanti alla tv. L’edizione 2008 di Lexington vive cosi’ gli ultimi fuochi e sprazzi in quanto ad  emozioni in pista. Briscoe vince e la Penske realizza la sua seconda vittoria nel 2008.

Pos Vett Pilota Team Giri Distacco Giro veloce
1. 6 Ryan Briscoe Team Penske 85 1:9.0091
2. 3 Helio Castroneves Team Penske 85 7.2640 1:9.5158
3. 9 Scott Dixon Chip Ganassi Racing 85 7.6967 1:9.5071
4. 8 Will Power KV Racing Technology 85 12.7569 1:9.7827
5. 5 Oriol Servia KV Racing Technology 85 13.4713 1:9.6404
6. 4 Vitor Meira Panther Racing 85 14.9934 1:9.8677
7. 11 Tony Kanaan Andretti Green Racing 85 15.2597 1:9.4569
8. 14 Darren Manning AJ Foyt Enterprises 85 17.5053 1:9.9193
9. 27 Hideki Mutoh Andretti Green Racing 85 18.0084 1:9.9227
10. 17 Ryan Hunter-Reay Rahal Letterman Racing 85 19.2100 1:9.6501
11. 02 Justin Wilson Newman/Haas/Lanigan Racing 85 28.8880 1:9.3840
12. 7 Danica Patrick Andretti Green Racing 85 34.6822 1:10.479
13. 18 Bruno Junqueira Dale Coyne Racing 85 39.7940 1:10.202
14. 34 Jaime Camara Conquest Racing 85 51.5572 1:11.089
15. 20 Ed Carpenter Vision Racing 85 1:19.9192 1:10.256
16. 06 Graham Rahal Newman/Haas/Lanigan Racing 84 1 lap 1:9.7567
17. 10 Dan Wheldon Chip Ganassi Racing 84 1.5357 1:9.3880
18. 2 A.J. Foyt IV Vision Racing 84 6.1937 1:10.219
19. 96 Mario Dominguez Pacific Coast Motorsports 83 2 laps 1:10.137
20. 15 Buddy Rice Dreyer & Reinbold Racing 82 3 laps 1:9.4383
21. 25 Marty Roth Roth Racing 80 5 laps 1:13.131
22. 33 EJ Viso HVM Racing 80 7.7426 1:9.8108
23. 23 Milka Duno Dreyer & Reinbold Racing 79 6 laps 1:13.975
24. 19 Mario Moraes Dale Coyne Racing 61 24 laps 1:10.390
25. 26 Marco Andretti Andretti Green Racing 41 44 laps 1:11.062
26. 36 Enrique Bernoldi Conquest Racing 8 77 laps 1:14.437

MN

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