F1 – “Da 0 a 10” – Le pagelle del Gp del Brasile

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Ogni cosa bella ha una fine e questo mondiale ne meritava una degna di nota. Una gara da “si salvi chi può” , “duri a morire” e roba dal genere. Alla fine l’ha spuntata Vettel, non certo facilmente, ma dall’altro lato, leggasi Ferrari, ci hanno messo tutto l’impegno necessario per non rendere vita facile agli avversari. E’ stato una domenica amara per la rossa, sul podio con entrambi i piloti dopo due anni, ma con il titolo scappato come nel 2008 sulla pista di Interlagos. Non ci faremo scappare il momento neanche noi, pronti a giudicare quanto visto nel consueto modo. “Da 0 a 10”, capitolo 20: Brasile.

VOTO 0 A ROMAIN GROSJEAN

Ce l’ho, ce l’ho…mi manca!” ecco cosa avrà detto il francese alla vista dell’HRT di De la Rosa al sabato nel corso delle qualifiche. In gara fa il bis: scivola sul bagnato salutando la compagnia senza coinvolgere nessuno. Eppure ancora qualcuno mancava alla sua originalissima “collezione”. Il suo rinnovo è ancora in dubbio ed il motivo sembra chiaro.

TERMINATOR

VOTO 1 A PASTOR MALDONADO

Basterebbe un “vedi sopra”, ma almeno Pastor è autore di una bella qualifica. In gara si perde in un bicchier d’acqua, si gira con tanto di saluti e baci. Almeno lui nel 2013 ci sarà.

SCIUPATO

VOTO 2 A STEFANO DOMENICALI

Il destino non ci è stato amico” dichiara a fine gara, ma più che al destino dovrebbe guardare dentro casa e capire che arrivare in Brasile ancora in lotta per il titolo è stato una sorta di miracolo. Grazie alla classe di Alonso e alle disavventure altrui la Ferrari è riuscita a giocarsela, ma più che dare la colpa al fato servirebbe concentrarsi sul nuovo progetto e dare una macchina più veloce ai propri piloti.

BANALE

VOTO 3 A MARK WEBBER

Doveva fare una cosa: tenere dietro le Ferrari, soprattutto quella di Alonso, ma ancora una volta non è stato d’aiuto alla squadra e al compagno. Parte terzo, chiude quarto, nonostante il ritiro di Hamilton. Probabilmente è già in letargo.

USATO

VOTO 4 A PAUL DI RESTA

Nel giorno del compagno di squadra l’unica cosa che sa fare come lui è andarsi a schiantare, seppur contro un muro e non contro Hamilton. Guida sotto le aspettative da inizio ottobre: servirebbe un rigenerante. Oppure una pausa di tre mesi.

DEMOLITO

VOTO 5 A KIMI RAIKKONEN

Leave me alone, I know what to do” recitava ad Abu Dhabi, ma lì non c’erano prati e vie di fuga “segrete” da poter prendere. La scena comica, che vale il gp, vede il finnico al termine di una via di fuga davanti un cancello che lo costringe a fare dietrofront. “Nel 2001 ho fatto la stessa cosa ed il cancello era aperto. Questa volta l’hanno chiuso, per il prossimo anno farò in modo che venga riaperto”. E’ il suo stile, c’è poco da fare.

UNICO

VOTO 6 A NIKO HULKENBERG

“Rischia” di vincere in quel circuito che gli regalò la pole nel 2010, ma la combina grossa quando piomba su Hamilton facendo fuori l’inglese. Oltre il danno la beffa, perchè gli assegnano un drive-trough. Nonostante tutto chiude quinto, ma la sua mossa di rimanere in pista con le slick, mentre tutti montavano le intermedie, è azzeccatissima. Oppure copiatissima da chi gli stava davanti (vedi voto 10).

DUE FACCE

VOTO 7 A MICHAEL SCHUMACHER

Non poteva essere altrimenti, vista la numerologia che lo perseguita, come gli episodi: vedi foratura e duello con Raikkonen a distanza di sei anni. Ha dimostrato ancora una volta di poter dire la sua, soprattutto quando le condizioni della pista non sono stabili. Lascia tutti giungendo settimo al traguardo, col sorriso, la gioia e la convinzione di chi sa di esser stato all’altezza a dispetto dell’età. Chapeau.

MITO

VOTO 8 A FERNANDO ALONSO

Ringrazia Hulkenberg e Massa per il secondo posto, mentre impreca contro l’eccessiva robustezza della RedBull di Vettel. Fa quel che può, complici le condizioni della pista che non gli permettono alcun rischio. Sperava in una gara bagnata per annullare le differenze tecniche tra i mezzi, ma il prossimo anno pretende una macchina migliore. E se la merita tutta.

MERITEVOLE

VOTO 9 A SEBASTIAN VETTEL

Tre è il numero perfetto. Nove è il multiplo perfetto di tre. Eccolo, signore e signori, il più giovare triiridato della storia della F1 a soli 25 anni. Comincia in salita la sua gara con Senna che gli entra nella carrozzeria ed un miracolo divino che tiene viva la sua lattina ammaccata. Barcolla, ma non molla. Anzi, non barcolla ma spinge, nonostante una sosta di troppo ed un pit poco felice a causa della radio mal funzionante. Ne è uscito comunque vittorioso, a dimostrazione della forza interiore che adesso lo lancia verso tutti i record del suo predecessore Schumacher. Commovente l’abbraccio finale col pilota Mercedes, quasi un passaggio di consegne.

HIGHLANDER

VOTO 10 A JENSON BUTTON

Signori scusate, ma ho vinto io!” sembra esclamare a fine gara, ma tutte le attenzioni sono rivolte agli altri. A Vettel, fresco vincitore, all’Alonso deluso, passando per gli addii di Hamilton e di Schumacher. Eppure Jenson è ancora autore di una gara alla Button: dategli il caos, lui ne uscirà vincitore. Il mondiale si chiude quindi per come si era aperto, con JB vincitore. Di mezzo una vittoria a Spa e tante delusioni. Spera nel 2013, dove le sorti del team McLaren dipenderanno principalmente da lui.

INTERPRETE

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